MARZO
XVII. GIORNO
Un pensiero al giorno con Montfort.
Casa Editrice Shalom
Benché in passato non ci sia stato nulla di più infame della croce, ora questo legno è l’oggetto più glorioso del cristianesimo. Lo stesso è per le catene della schiavitù. Non c’era nulla di più ignominioso tra gli antichi, e ancora oggi tra i pagani; ma tra i cristiani non c’è nulla di più illustre che queste catene di Gesù Cristo, perché ci liberano e preservano dai legami infami del peccato e del demonio; perché ci mettono in libertà e ci legano a Gesù e a Maria, non per costrizione e per forza, come dei forzati, ma per carità e amore, come dei figli: «Io li attirerò a me», dice Dio per bocca di un profeta, «con catene d’amore» (Osea 11, 4). Queste pertanto sono forti come la morte, e in un certo senso più forti, per coloro che saranno fedeli a portare fino alla morte queste insegne gloriose. Infatti, benché la morte distrugga i loro corpi riducendoli in polvere, non distruggerà affatto i legami della loro schiavitù, i quali, essendo di ferro, non si corromperanno facilmente e forse nel giorno della risurrezione dei corpi, al grande ultimo giudizio, queste catene legheranno ancora le loro ossa, entreranno a far parte della loro gloria e saranno mutate in catene di luce e di gloria. Felici dunque mille volte gli illustri schiavi di Gesù in Maria, che porteranno le proprie catene fino alla tomba!
Trattato della vera devozione a Maria, 237-97