MAGGIO
IX. GIORNO
Quanto aggradisca Gesù Cristo esser confessato qual vero figliuol di Dio.
« Dico vobis: Omnis qui confessus fuerit me coram hominibus, et Filius hominis confitebitur illum coram Angelis suis. — Io vi dico Chiunque avrà confessato me dinanzi agli uomini, anche il Figliuolo dell’uomo confesserà lui dinanzi agli Angeli suoi » (Vangelo di Luca 12, 8).
I.
Considera, che onor sommo è questo, che il Signore promette anche a te medesimo, che pur sei un verme vilissimo della Terra. Ti promette di confessar te dinanzi a tanta moltitudine di Angeli, che avrà nel giorno del. Giudizio intorno al suo trono, come tu avrai confessato lui fedelmente dinanzi agli uomini. Che tu confessi lui, s’intende, perchè egli è tuo Capitano, tuo Protettore, tuo Principe, tuo Maestro : ma che egli confessi te, par cosa non solo strana, ma impercettibile. Ben dunque, prima d’accingersi ad asserirla, egli ha ragione grandissima di premettere poco men ch’una specie di giuramento: « Dico vobis. — Io vi dico ». Confessare Cristo in questo luogo, par che significhi qualche cosa di più del solo non vergognarsene, espresso in altri. Par che significhi di vantaggio gloriarsene; e in virtù di ciò protestare liberamente di riconoscerlo per Maestro, per Principe, per Protettore, per Capitano, qual è, sì degno. E questo è ciò, che verso te parimente verrà a far egli l’ultimo giorno; arriverà a gloriarsi ancora di te, con dichiararsi al cospetto di tanti Spiriti sublimissimi di riconoscerti degno di stare assiso nelle loro magnifiche sedie, come suo vero discepolo, vero suddito, vero seguace, vero soldato. E ti puoi figurare al Mondo un onore maggior di questo? « Servus meus es tu Israel, quia in te gloriabor — Israele, tu sei mio servo, perchè in te mi glorierò ». Come si dice, che « Mulier diligens corona est viro suo. — La donna attenta è corona al suo marito »; così tu pure sarai corona al tuo Cristo, e corona ricca di gloria : Eris corona glorie in manu Domini. Con questa in mano verrà egli ai Giudizio, quando recherà seco una fedelissima nota di ogni tuo merito; e con questa in capo tornerà al Paradiso quando d’ogni tuo merito ti avrà dato un fedel guiderdone qual giusto Giudice. Tu stimi tanto, che un Personaggio terreno di te si glorii; e non vuoi stimar niente, che si glorii di te l’istesso tuo Dio?
II.
Considera, che a meritar tant’onore, bisogna che ti disponga col confessare prima tu Gesù Cristo, perchè troppo è di ragione. Ma come si vuol fare una simile confessione? Si vuol far col cuore, colla favella, e co’ fatti : Corde, ore et opere: perchè se di lui ti glorii solamente dentro il cuor tuo, con tener forte la fede di Cristiano, ma ti vergogni nel resto di professarla; e però nè da Cristiano parli, nè da Cristiano procedi, che onor gli apporti? Nessuno : piuttosto gli arrechi scorno: riuscendo a lui di assai maggior confusione il non ricevere ossequio da un suo fedele, che da un esterno. Però consigliatamente egli dice: « Qui confitebitur me coram hominibus. — Chi avrà confessato me dinanzi agli uomini ». Non dice assolutamente: « Qui confitebitur me — chi avrà confessato me », ma soggiunge « coram hominibus — dinanzi agli uomini », perchè tu intenda, ch’hai da porre tutti da parte i rispetti umani, sicchè non solo fra le quattro pareti della tua camera, ma in Piazza, in Corte, in Chiesa, in qualunque luogo, per pubblico, ch’egli sia, metta la tua gloria in seguir Gesù Crocefisso. Che tergiversazioni bruttissime son le tue? Di’ al tuo Gesù francamente : « Sciat omnis terra, quia tu es Dominus Deus noster. — Sappia tutta la terra, che tu sei il Signore Dio nostro » (Baruc 2, 15). « Vota mea Domino reddam coram omni populo ejus. — Scioglierò i miei voti al Signore alla presenza di tutto il suo popolo » (Salmo 116, 4). « Vota mea Domino reddam in conspectu omnis populi ejus. — Io scioglierò voti al Signore al cospetto di tutto il suo popolo ». « Confitebor Domino nimis in ore meo, et in medio multorum laudabo eum. — Celebrerò altamente colla mia bocca il Signore, e fra molti lo loderò » (Salmo 108, 28). Questo sì ch’è fare una confessione perfetta del suo Signore : « Confessus es bonam confessionem coram niultis testibus. — Hai fatta una buona confessione alla presenza di molti testimoni » (Prima lettera a Timoteo 6, 12). Ma come della tua confessione non v’è testimonio alcuno, che può mai contenere di gran valore? Sarà ben lode, checchè tu renda al tuo Dio, sarà culto, sarà credenza, ma non sarà confessione. La confessione, che qui Cristo richiede, è deposizione : ma non sai tu, che in Giudizio non è stimata una deposizione, a cui manchino testimoni? Il Signore confesserà te alla presenza di tanti Angeli suoi che vincono ogn’altro numero : Coram Angelis suis: e tu non vuoi confessar lui alla presenza di alcuni uomini, tuoi compagni, tuoi conoscenti, che sono sì pochi? Coram hominibus?
III.
Considera, che avendo il Signore premesso: « Qui confitebitur me coram hominibus — Chi avrà confessato me dinanzi agli uomini », parea che dovesse dire: « Confitebor et ego eum coram Angelis meis. — Io pure confesserò lui dinanzi agli Angeli miei ». Ma questa volta egli non disse così; disse : « Et Filius hominis confitebitur illum coram Angelis suis. — Anche il Figliuolo dell’uomo confesserà lui dinanzi agli Angeli suoi »; parlò di sè, come di terza persona, perchè questo era comunemente il suo stile; ma specialmente allorchè dovea riferir di sè qualche cosa di somma gloria. Anzi non contento di ciò, soleva allora deprimersi più che mai, con darsi un nome tanto umile, tanto vile, quanto era questo di Figliuolo dell’uomo. Mira quanti furono i titoli, di Oriente, di Grande, di Giusto, di Forte, di Altissimo, di Ammirabile, di Salvatore, di Potente, di Pio, che a lui tesserono concordemente i Profeti. Contuttociò qual di questi, giammai costumò di usare? Si chiamò d ordinario il Figliuolo dell’uomo: Filius hominis. Benchè, per tre altre ragioni egli usò questo titolo ancor sì spesso. Prima, per dimostrare che la sua carne non era stata creata novellamente, come fu quella di Adamo (il qual però si potè dir uomo bensì, ma non figliuolo dell’uomo), ma ch’era stata formata per verità da viscere umane: e così autenticar la sua Incarnazione: « Misit Deus Filium suum factum ex muliere. — Mandò Dio il suo Figliuolo fatto di donna » (Lettera ai Galati 4, 4), non solo « natum — nato » (come han voluto qui leggere astutamente alcuni maligni), ma ancora « factum — fatto ». Secondo, per dichiarare con questo nome la stretta parentela, che avea cogli uomini, come loro fratello; il che non sarebbe, s’egli non fosse stato Figliuol dell’uomo, con derivare dal primo Padre ancor egli la sua prosapia. « Qui sanctificat — Colui che santifica », cioè Cristo; « et qui sanctificantur — e coloro che vengono santificati », cioè gli uomini, « ex uno omnes da un solo tutti derivano », cioè dal medesimo Adamo: « Propter quod non confunditur eos fratres appellare dicens: Narrabo nomen tuum fratribus meis. — Per cui non arrossisce chiamarli fratelli dicendo: Annunzierò il tuo nome a’ miei fratelli » (Lettera agli Ebrei 2, 11). Però tu vedi, che più volte chiamò suoi fratelli gli uomini, niuna gli Angeli: « Confitebitur illum coram Angelis suis — Confesserà lui dinanzi agli Angeli suoi »; ma finisce qui, non aggiunge « fratribus — dinanzi ai fratelli » : laddove senti, quando parla degli uomini, come dice: « Vade ad frafres meos. Nunciate fratribus meis. —Va da’ miei fratelli. Dite a’ miei fratelli ». Terzo, per accennare, ch’erano state fedelmente adempite le promesse già fatte agli antichi Padri allor che fu lor giurato, che il futuro Messia sarebbe infallibilmente disceso dal loro lignaggio: De fructu ventris tui ponam super sedem tuam. Al che era necessario, che Cristo, non sol fosse uomo, ma che fosse altresì Figliuolo dell’uomo : Filius hominis. Queste furono le vere ragioni principalissime, per le quali egli sì spesso usò questo titolo. L’ebbe caro, perché altro non risonava se non che cose, non solo di tuo guadagno, ma di tua gloria : e così quasi egli venne a confessar te, prima che tu venissi a confessar lui. Mira però, quanto mai sii tenuto di corrispondergli. S’egli vuole avvilirsi con darsi per tuo bene ogni tratto questo suo titolo di figliuolo dell’uomo, e tu innalzalo con intitolarlo per tutto ad altissima voce Figliuol di Dio : « Tu es Christus Filius Dei vivi, qui in hunc mundum venisti. — Tu sei Cristo Figlio di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo ». Oh quanto gli sarà cara tal confessione! Fagliela fra te stesso, quando nella Santissima Comunione tu lo ricevi dentro il cuor tuo; fagliela, quando lo veneri esposto, quasi ad udienza pubblica, sopra di splendido Trono; fagliela, quando lo visiti, quasi chiuso ad udienza privata, dentro il solito Tabernacolo; e fagliela non sol fra te stesso, ma alla presenza di quanti uomini sieno, quando ti accade di nominar Gesù Cristo, chiamandolo volentieri il Figliuol di Dio.