La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

DICEMBRE

 

IX. GIORNO

Fiducia sopra l’aiuto degli uomini vana, e merita la divina maledizione.

« Maledictus homo qui confidit in homine, et ponit carnera brachium suum, et a Domino recedit cor ejus. — Maledetto l’uomo, che confida nell’uomo, e fa suo appoggio un braccio di carne, e col cuor suo retrocede dal Signore » (Geremia 17, 5).

 

I.

Considera quante volte ti sei trovato ingannato dalla fiducia, la quale hai posta negli uomini: e ancora non ti ravvedi? Mira però se almeno queste parole sono bastevoli a far che tu la ritolga oggimai da essi, e la ponga in Dio : « Maledictus homo qui confidit in homine, et ponit carnem brachium suum. — Maledetto l’uomo, che confida nell’uomo, e fa suo appoggio un braccio di carne ». Due sono i motivi, che ti fanno fondare le tue speranze nell’aiuto degli uomini. L’uno è la loro fedeltà, l’altro è le loro forze: perchè quando tu credessi, che non ti potessero dar quel bene, il qual tu per mezzo loro desideri, o che non volessero dartelo, non ostanti l’ampie promesse, che te ne han fatte, tu in loro non ispereresti. Ora in ordine a chi fonda le sue speranze sulla lor fedeltà, dice qui il Profeta : « Maledictus homo qui confidit in homine — Maledetto l’uomo, che confida nell’uomo »; e in ordine a chi le fonda su le lor forze, soggiugne, « et ponit carnem brachium suum — e fa suo appoggio un braccio di carne ». E tu puoi dare albergo in tuo cuore ad una fiducia, che porta con esso sè la maledizione a chi la ricetta?

II.

Considera, che questa voce di maledire nel proposito nostro può aver tre sensi; prenunziare il male : « Maledicti qui declinant a mandatis tuis — Maledetti quei che declinan da’ tuoi precetti » (Salmo 119, 21), pregare il male: « Veni et maledic Jacob — Vieni, e maledici Giacobbe » (Numeri 23, 7); e mandare il male : « Cum respexisset, vidit eos (cioè pueros parvos) et maledixit eis in nomine Domini. — Voltati gli occhi, li vide (cioè i piccoli ragazzi) e li maledisse nel nome del Signore ». E tutti e tre questi sensi adopera qui il Profeta per dimostrare quanto giustamente sia maledetto chi ripone in un uomo la sua fiducia. I. Come Profeta, col maledir questi tali, egli augura loro male. Perchè qual presagio, se non che luttuoso, si può mai fare a chi si fonda sulla fede degli uomini, ch’è sì fallace, o sul potere degli uomini, ch’è sì fiacco? Che fallace sia la fede di ogni uomo è manifestissimo, perchè troppo egli è volubile di natura : « Omnis homo mendax. — Tutti gli uomini sono mendaci » (Salmo 116, 11). Egli è tanto volubile nella volontà, quanto è volubile ne’ giudizi, quanto è volubile nelle apprensioni. Ma chi non sa, che le apprensioni in lui son come i colori, che rendono così vario il Camaleonte? Si cambiano ad ogni aspetto. Una parolina sinistra, che di te oda, te ‘l volge subito di affezionato in avverso : « Verbum nequam immutabit cor. — Una cattiva parola altera il cuore » (Ecclesiastico o Siracide 37, 21). E che fiacco sia pur il potere dell’uomo, chi non lo scorge, mentre chi non è abile a salvar sè, molto meno può esser abile a salvar gli altri? « Nolite confidere in Principibus, in filiis hominum, in quibus non est solus. — Non ponete vostra fiducia ne’ grandi, ne’ figliuoli degli uomini, nei quali non è salute » (Salmo 146, 3). Se « non est sales in ipsis — non è salute in essi », come si può sperare, che « sit ab ipsis — possano darla ad altri »? II. Come prossimo, col maledirgli, egli desidera a questi male, perchè quantunque il mal come male, non possa mai bramarsi a veruno, con, tuttociò il male come bene si può bramare : « Imple facies eorum ignominia, et quxrent nomen tuum, nomine — Cuopri d’ignominia i loro volti, e cercheranno il nome tuo, o Signore » (Salmo 83, 17), e così come prossimo brama il Profeta qui, che chiunque si fonda o nella fede, o nel poter dell’uomo. resti defraudato da tal fiducia, affinché pigli da ciò motivo di cercar l’amore, e l’aiuto, non più degli uomini, ma di Dio : « Omnes confusi sunt super populo, qui eis prodesse non potuit. — Tutti saranno confusi a causa di un popolo che non potrà soccorrerli » (Isaia 30, 5). III. Come Sacerdote, ministro immediato di Dio, manda egli, maledicendogli, a questi il male, perchè eseguisce la sentenza Divina : che però dice: Haec dicit Dominus: Maledictus homo qui confidit in homine, etc. per dimostrar ch’egli parla in nome di Dio, non in nome proprio. E questa maledizione sopra quegl’infelici convien che si adempia subito, perchè con questa il male nè si prenunzia, nè si prega; si apporta. Ond’è, che quella ficaia, la quale in tal modo fu maledetta da Cristo, s’inaridì in un istante : « Arefacta est continuo — Subito si seccò » (Vangelo di Matteo 21, 19), perchè il dire di Dio, è fare : non frappone tempo: « Ipse dixit, et facta sunt. — Egli disse, e furon fatte le cose » : Vero è, che se questa maledizione finisse nel render vano il patrocinio degli uomini, apporterebbeti male sì, ma leggiero. Il peggio è, che arreca il perdere anche il patrocinio di Dio, giustamente irato in vedersi posposto agli uomini. E tu non ti spaventi a sì orribil maledizione? Questa è quella maledizione, che ti toglie il tutto; ti toglie il ben della sinistra, e ti toglie il ben della destra : ti toglie la terra, e ti toglie il Cielo.

III.

Considera, come non qualunque fiducia, la qual si ponga o nella fede, o nelle forze degli uomini, si merita da Dio la maledizione, ma quella sol se la merita, la qual si oppone alla fiducia, che dee aversi maggiore e nella fede, e nelle forze di Dio. Che però dopo aver detto il Profeta: « Maledictus homo qui confidit in homine, et ponit carnei brachiuin suum — Maledetto l’uomo, che confida nell’uomo, e fa suo appoggio un braccio di carne », soggiugne per conclusione, « et a Domino recedit cor ejus — e col cuor suo retrocede dal Signore » perchè questo retrocedimento da Dio, che in un tal caso l’uomo fa col suo cuore, è il mal detestabile. Quando è però, che confidando negli uomini, tu ti scosti col cuor da Dio? Eccolo. In primo luogo si è, quando tu, per avere il favor degli uomini, non dubiti di far cosa che offenda Dio, adulare, mormorare, mentire, trasgredire in qualunque modo le regole del tuo stato. Ed in secondo luogo si è, quando tu confidi in modo nel favore degli uomini, che non confidi al tempo stesso molto più in quello di Dio, come tu dovresti, conoscendo, e credendo, che tanto gli uomini ti faranno di bene, quanto Dio vorrà che ti facciano. Il primo è confidare negli uomini più che in Dio. Il secondo è confidare negli uomini come in Dio. E l’uno, e l’altro si è detestabilissimo : « Vae eis, quoniani recesserunt a me! — Guai a costoro, che si son ritirati da me! » (Osea 7, 13). E non sai tu, che nessun uomo, per grande ch’egli si sia, ti può far mai bene alcuno, se Dio non lo muove a fartelo? « Cor Regis in manu Domini: quocumque voluerit inclinabil illud. — Il cuore del Re è nella mano del Signore; egli lo volgerà dovunque a lui piace » (Proverbio 21, 1). E come dunque esser può, che tu ardisca di offender Dio per guadagnarti il patrocinio degli uomini? ovvero com’esser può, che procurando il patrocinio degli uomini, tu molto più non procuri quello di Dio, dal quale, come il loto in mano al vasaio, così appunto dipendono tutti gli uomini : « Ecce sicut lutum in manu figuli, sic vos in manu mea, domus Israel. — Siccome la terra è in mano del vasaio, così voi, casa d’Israele, nella mano mia » (Geremia 18, 6)? Quando ancora ti manchino tutti gli uomini, in Dio solo tu trovi ogni . ben possibile; ma quando ti manchi Dio, da chi puoi sperarlo? « Super quem habes fiduciam, quia recessisti a me? — In chi ti confidi tu, che ti ritiri da me? » (Isaia 36, 5).

IV.

Considera quanto sia meglio però confidare in Dio : « Bonum est confidere in Domino, quale confidere in Nomine. — Buona cosa è il confidare nel Signore, piuttosto che confidare nell’uomo » (Salmo 118, 8). Perchè laddove, a chi confida nell’uomo, altro che male non si può augurare, a chi confida in Dio, può augurarsi per contrario ogni bene: « Benedictus vir qui confidit in Domino. — Benedetto l’uomo che confida nel Signore » (Geremia 17, 7). Può augurarsi bene a chi si fida della sua fedeltà, perchè la fede di Dio non è incostante, come quella degli uomini : « Non est enim Deus quasi homo ut mentiatur, nec ut filius hominis ut mutetur. — Imperocchè Dio non è come l’uomo, che può mentire, nè come il figliuol dell’uomo, che può mutarsi » (Numeri 23, 19). « Mentiatur — Può mentire » per iniquità di volere, « mutetur — può mutarsi » per instabilità di opinione. E può augurarsi ogni bene in chi si ripromette delle sue forze; perchè che non potrà chi si abbandona in braccio all’Onnipotente? « Super Omnipotentem deliciis afflues. — Appoggiato all’Onnipotente ridonderai di delizie » (Giobbe 22, 26). Non solo « bonis afflues — ridonderai di beni », ma « deliciis — di delizie », perchè non solo avrai quello che sia di necessità ad appagar le tue voglie, ma quello che ancor è di soprabbondanza. E perchè dunque non ti risolvi a ritorre ornai la tua fiducia dagli uomini, e porla in Dio? In Dio solo si può sperare assolutamente : negli uomini si può sperare bensì, ma solo come in instrumenti, di cui Dio si prevalga a beneficarti. E però, a mirar bene, la tua fiducia si ha finalmente a risolvere tutta in Dio, da cui viene il tutto : « Perditio tua, Israel: tantummodo in me auxilium tuum. — La perdizione è da te, o Israele : da me solo il tuo soccorso » (Osea 13, 9). Nota qui tu dunque a tuo pratico documento, come non si dice « maledictus homo qui recurrit ad hominem — maledetto l’uomo, che ricorre all’ uomo », ma « qui confidit in homine — che confida nell’ uomo » ; nè si dice « qui utitur carne, lanquam brachio suo — che si serve della carne come del suo braccio », ma « qui ponit carnem brachium suum — che fa suo appoggio un braccio di carne » : perchè non è vietato il ricorso onesto agli uomini ne’ bisogni, nè è vietato il valersi anche dell’autorità, e dell’aiuto degli uomini onestamente, cioè con la debita subordinazione alla legge Divina. E’ vietato il porre in loro la fiducia fondamentale; perciocchè questa dee mettersi sempre in Dio, come in primo mobile, da cui dipendono tutte le sfere inferiori.

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