GENNAIO
VIII. GIORNO
Bene che fa il cristiano qual debba essere.
Maledictus dolosus, qui habet in grege suo masculum, et votum faciens immolat debile Domino: quia Rex magnus ego, dicit Dominus exercituum. — Maledetto l’ingannatore, che ha nel suo gregge un animale senza difetto, ed avendo fatto un voto, ne offerisce un difettoso al Signore; pecchi un Re grande son io, dice il Signore degli eserciti» (Malachia 1, 14).
I.
Considera chi sia questo ingannatore, qui maledetto. E’ chi lascia un ben maschio, qual è quello, che richiede da lui la sua costituzione, la sua carica, il suo direttore, per farne uno debile, qual è quello, che gli viene in capriccio. E pure, oh quanti sono coloro, che così fanno! Hanno alcune loro divozioncelle determinate, alcune discipline, alcuni digiuni, alcune orazioni, massimamente vocali, e in queste cose saranno diligentissimi, e poi saranno trascuratissimi in ciò che comanda la loro regola. Non vedi tu, che Dio non benedice costoro, gli maledice? Lasciali fare, perché mai non faranno profitto alcuno. Tu attendi bene ad osservare principalmente ciò, ch’hai promesso.
II.
Considera, che chi fa così è chiamato un ingannatore, dolosus, perchè pretende d’ingannar quasi il Signore, con far lo Spirituale, con fare il Santo, mentre veramente non è; e di fatti inganna la gente, la quale spesso ammira più certe poche opere di pietà, singolari, straordinarie, che tutto un tenor di vita ben regolato. Guardati, che ancor tu mai non cada in un tale inganno. La virtù vera è osservare in primo luogo la regola, a cui ciascuno si è sottomesso: «Si diligitis me, mandata mea servate. — Se mi amate, osservate i miei comandamenti».
III.
Considera, che perciò, quanto qui si è detto, singolarmente appartiene a chi «votum fecit — fece voto» , cioè a’ Religiosi; perchè a’ Secolari è più lecito fare il bene a proprio capriccio, benché per questo medesimo il loro bene sia sempre di minor merito. Quindi è, che ne’ Sacrifizi volontarii il Signore ammetteva anche vittime difettose, a cui fino si fossero innanzi troncate orecchie, troncata coda, come appare dal suo Levitico; ma non le ammetteva ne’ votivi, perchè chi è libero può offerire una vittima senza orecchia, cioè fare un’opera buona, la quale non sia regolata coll’ubbidienza; può offerire una vittima senza coda, cioè far un’opera buona, la qual si principii, e poi si tralasci; ma non così un Religioso. Dev’egli tutto operare secondo ciò che gli viene imposto, e operarlo compitamente. Ma queste sono le vittime più gradite.
IV.
Considera, che i Secolari incorrono non di rado ancor essi una tale maledizione, perchè ancora in ciò, che sono essi tenuti fare, vogliono a Dio dare il peggio. E così sagrificheranno a Dio quella femmina, che si sente chiamare al Chiostro: Immolant debile Domino — sacrificano il difettoso al Signore ». Ma non gli vogliono sagrificar giù quel maschio, se non in caso, che questo medesimo sia nel suo genere difettoso, sia storpiato, sia stolido, sia poco atto a tirare innanzi la Casa. Quando egli è atto, lo vogliono in ogni modo tener per sè. Oh che brutto termine è questo a un Signore sì grande! «Rex magnus ego, dicit Dominus exercituum — Un Re grande son io, dice il Signore degli eserciti ».