SETTEMBRE
IV. GIORNO
Iddio dimora in modo particolare nel cuor de’ Giusti.
« Vos estis templum Dei vivi, sicut dicit Deus; quoniam inhabitabo in illis, et inambulobo inter eos, et ero illorum Deus, et ipsi erunt mihi populus. — Voi siete tempio di Dio vivente, come dice Iddio, poiché io abiterò in essi, e passeggerò in loro, e sarò loro Dio, ed eglino saran popolo a me caro » (Seconda lettera ai Corinzi 6, 16).
I.
Considera, che se Dio generalmente dimora nel cuore di tutti gli uomini per essenza, per conoscenza, e per potenza, come nella Meditazione precedente fu dichiarato : con modo assai più particolare dimora nel cuor de’ Giusti, perchè in questi dimora in oltre per grazia; e però se in tutti sta come il Re nel suo Regno, in questi sta di più come il Re nella sua dimestica reggia; ch’è ciò che intende in questo luogo l’Apostolo, quando dice: « Vos estis templum Dei vivi — Voi siete tempio di Dio vivente » : mercecchè i templi sono le reggie che tiene Iddio sulla terra, e però convenevolmente si adornano, e si abbelliscono, come quelli che sono destinati a chi è Re de’ Re per magnifiche abitazioni : « Elegi locum istum mihi in domum. — Ho scelto questo luogo per mia casa » (Secondo libro delle Cronache 7, 12). Sono i Giusti per tanto chiamati templi, e templi di Dio vivente; templum Dei vivi. Templi, perchè sono ricetti a Dio consacrati : e templi di Dio vivente, perchè non sono consacrati a un Dio falso, come i templi del Gentilesimo, ma al Dio vero. Nè credere già, che questi sian templi nudi. Oh chi potesse penetrar entro a vedere la sontuosità de’ loro addobbi, lo splendore de’ loro arredi! confesserebbe che tra loro, e il gran Tempio di Salomone v’è quella diversità, che passa tra la figura, e il suo figurato : « Homines divites in virtute. — Uomini ricchi nella virtù » (Ecclesiastico o Siracide 44, 6). Tali sono i Giusti. Non dice in atto, dice in virtù, in virtute; perchè in atto, spessissimo non han nulla, ma tanto più sono in virtù doviziosi d’ogni tesoro. Quando però a viver da Giusto tu non avessi altro incitamento che questo, saper per fede, che in tale stato tu sei tempio di Dio, non ti pare che dovrebbe esserti sufficiente? « Dominus in tempio sancto suo. — Il Signore nel tempio suo santo » (Salmo 11, 5). E questo è il tempio per verità detto santo, il tempio spirituale, perchè se è santo, non è egli santo per santità estrinseca, siccom’è il materiale, ma per intrinseca.
II.
Considera, che quattro sono le operazioni di Dio ne’ templi materiali, ch’ha sulla terra. La prima è abitarvi : la seconda è favorirci in essi più particolarmente con le sue visitazioni interiori : la terza è udire più particolarmente in essi le nostre suppliche, ed esaudirle: la quarta è ricevere ancor in essi più particolarmente da noi quel culto, che per altro sarebbegli in egual forma dovuto altrove. E da queste quattro medesime operazioni prova l’Apostolo, come i Giusti sono templi di Dio : vos estis templum Dei vivi, sicut dicit Deus. E quali sono le ragioni? « Quoniam inhabitabo in illis — Poichè io abiterò in essi ». Ecco la prima. « Et inambulabo inter eos. — E passeggerò in loro ». Ecco la seconda. « Et ero illorum Deus. — E sarò loro Dio ». Ecco la terza. « Et ipsi erunt mihi populus. — Ed eglino saran popolo a me caro ». Ecco la quarta. Sono dunque primieramente i Giusti templi di Dio, perchè Dio abita in essi, mediante la sua grazia santificante « Dabo sanctificationem meam in medio corum in perpetuum; et erit labernaculum meum in eis. — Porrò in mezzo ad essi il mio santuario per sempre; e presso di loro sarà il mio tabernacolo » (Ezechiele 37, 26, 27). E però quanto agli altri uomini si dice bene, ch’egli è pur dentro di loro, com’è per tutto : « Plena est omnis terra gloria ejus — Della gloria di lui è piena tutta la terra » (Isaia 6, 3), ma non mai si dice che vi abiti. Questo è termine nelle divine Scritture serbato a’ Giusti: « Psallite Domino, qui habitat in Sion. — Cantate inni al Signore, che abita in Sion » (Salmo 10, 12). « Spiritus Dei habitat in vobis. — Lo Spirito di Dio abita in voi » (Prima lettera ai Corinzi 3, 16). « Per Spiritum Sanctum qui habitat in nobis. — Per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi » (Seconda lettera a Timoteo 1, 14). « Christum habitare per fidem in cordibus vestris. — Che Cristo abiti ne’ cuori vostri mediante la fede » (Lettera agli Efesini 3, 17). E la ragion è, perchè negli altri egli è per quella sola azion propria, con cui si congiunge ad essi; conservandoli nel loro essere, dominandoli, discernendoli, senza veruna corrispondenza reciproca, la qual da essi riceva. Ne’ Giusti è di più per quella azione scambievole, con cui pur essi si congiungono a lui, amandolo, obbedendolo, venerandolo, e così ricettandolo in se medesimi. Ond’ è, che quando Iddio per altro non fosse ne’ Giusti, come da per tutto egli è per essenza, per conoscenza, e per potenza, sarebbe obbligato ad esservi per amore, ch’è titolo più stringente. E ciò significa con dire « inhabitabo in eis — abiterò in essi »; non « ero in eis — sarò in essi », ma « inhabitabo — abiterò », come il Re appunto dice, ch’egli è nel Regno, ma ch’abita nella reggia. II. Sono i Giusti templi di Dio, perchè con modo particolare egli visita le loro anime, recando loro tutto dì nuove illustrazioni, nuove ispirazioni, o nuove consolazioni spirituali, con cui le eccita a far del bene. Queste non sono mai stabili ad una forma, ma or vanno, or vengono; che però han dato cagione in fin di affermare, che Dio or s’accosti alle anime sue dilette, or se ne allontani : « Si venerit ad me, non videbo eum: si abierit, non intelligam. — S’ei viene a me, io nol veggo; e s’egli si parte, io non me n’accorgo » (Giobbe 9, 11). Non perchè egli abbandoni l’abitazione, ma perchè varia in essa i suoi movimenti, passando dall’intelletto alla volontà; e dalla volontà all’intelletto, per via di eccitamenti proporzionati alla qualità di tali potenze. E ciò pure significa Iddio con dire : « Et inambulabo inter eos — E passeggerò in loro », non « ambulabo — camminerò », ma « inambulabo — passeggerò », perchè sempr’è dentro a un modo, e si muove bensì per le varie stanze del suo palazzo Reale, ma non si diparte. III. Sono i Giusti templi di Dio, perchè con modo particolare egli ascolta le loro suppliche, e l’esaudisce, mostrandosi nelle occasioni loro amico, loro padre, loro protettore, loro liberatore, loro tutto. E ciò significa con dire : « Et ero illorum Deus — E sarò loro Dio », non « ero inter illos Deus — sarò Dio tra loro », ma « illorum Deus — loro Dio », perchè si fa tanto di loro, che come di cosa propria ne possono già disporre a loro piacere : siccome del proprio Re più può disporre alle occorrenze la reggia, che non ne può disporre il semplice Regno. IV. Sono i Giusti templi di Dio, perchè con modo particolare Iddio riceve da essi il suo culto debito; laddove gli altri, o gliel negano, o glie lo rendono solo materialmente, mentre il disgiungono da quella venerazione, e da quella ubbidienza, che i Giusti sempre gli prestano come suoi. « Te elegit Dominus Deus tuus, ut sis ei populus peculiaris de cunctis populis, qui sunt super terram. — Te elesse il Signore Dio tuo per essere popolo di sua proprietà tra tutti i popoli che son sulla terra » (Deuteronomio 7, 6). E ciò significa Dio finalmente, con dir, « Et ipsi erunt mihi populus — Ed eglino saran popolo a me caro », non solo « meus populus — popolo mio », ma « mihi populus — popolo a me caro », perchè in essi egli ha come un popolo consacrato al servizio suo; quale appunto è quel popolo più scelto, e più signorile, che forma nella reggia la corte al Re. Questi sono quei titoli, per cui tutti i Giusti son detti templi di Dio vivente: Vos estis templum Dei vivi. Tu devi ora osservare, come a te sembri di riconoscerli in te medesimo, per quindi argomentar se il Signore dimori in te con maniera tanto più nobile, di quella con la quale usa di stare in tutti.
III.
Considera, che se probabilmente tu puoi sperar di ritrovarti nel fortunatissimo numero di coloro, che sono templi di Dio, tanto più sei tenuto di riguardarti con somma cautela, e con somma circospezione, per non ammettere cosa in te, la quale punto abbia giammai di profano : « Qui consensus tempio Dei cum Idolis? — Qual consonanza ha il tempio di Dio co’ simulacri? » (Seconda lettera ai Corinzi 6, 16). Perchè se a’ templi medesimi materiali, i quali sono santi per una denominazion puramente estrinseca, è dovuto tanto riguardo; quanto più agli spirituali, che sono santi per quella santità vera, effettiva, essenziale, la quale partorisce in essi la grazia, « in sanctificationem spiritus — nella santificazione dello spirito »? (Prima lettera di Pietro 1, 2). Ma s’è così, come dunque permetti, che alla tua mente si accostino pensieri o inutili, o vani, o viziosi, o se non altro, terreni più che celesti? « Dominus in tempio sancto suo. — Il Signore è nel suo santo tempio » (Abacuc 2, 20). E però che siegue? « Sileat a facie ejus omnes terra — Dinanzi a lui taccia la terra ». Tanto più devi starti all’esercizio della Divina presenza, quanto più il Signore con modo particolare dimora in te, cioè dimora come un Re nella reggia : « In tempio ejus omnes dicent gloriam. — Nel tempio di lui tutti gli daran gloria » (Salmo 29, 9). Tutto il Regno tratta col Re, ma più da lontano. La reggia ha l’accesso libero, e vi conversa.