GIUGNO
XXIX. GIORNO
La festa de’ Ss. App. Pietro e Paolo.
Della Chiesa di Dio e de’ suoi fondamenti.
« Jam non estis hospites, et advenae; sed estis Cives Sanctorum, et domestici Dei, superaedificati super fundamentum Apostolorum, et Prophetarum, ipso summo angulari lapide Christo Jesu. — Ornai non siete ospiti, e forestieri; ma siete Cittadini de’ Santi, e domestici di Dio, edificati sopra il fondamento degli Apostoli, e de’ Profeti, essendo pietra primaria angolare Gesù Cristo medesimo » (Lettera agli Efesini 2, 19, 20).
I.
Considera, che la radunanza dei fedeli, cioè la Chiesa, è nelle Scritture chiamata frequentemente con doppio nome, or con quello di città, or con quello di casa. La città è governata con leggi pubbliche, la casa con leggi private; e però quei che sono d’una città, comunicano tra loro solamente negli atti pubblici, e quei che sono d’una casa, comunicano tra loro di più negli atti privati. La città si regge da uno, ch’è detto Principe, la casa si regge da uno, ch’è detto Padre. Ma quello, ch’è il Padre, rispetto alla sua casa, deve ancor essere il buon Principe rispetto alla sua città: e quello, ch’è il buon Principe rispetto alla sua città, deve ancor essere il Padre rispetto alla sua casa. Ora la Comunità de’ Fedeli, se ben tu avverti, partecipa dell’uno, e dell’altro stato, perchè in ordine ai più, quali sono quei, che solamente si sono soggettati ad osservare i precetti, è come città: in ordine ai meno, quali sono quei, che si sono soggettati ad osservare non solo i precetti, ma ancora i consigli, è come casa; che però sta scritto: « Omnes domestici ejus vestiti sunt duplicibus. — Tutti i suoi domestici han doppia veste »; cioè di precetti, e di consigli. Cristo nostro Signore è egualmente il capo degli uni, e degli altri. Capo de’ semplici cittadini, e capo di quei, che sono paragonati ai domestici: « Caput Corporis Ecclesiae. — Capo del Corpo della Chiesa » (Lettera ai Colossesi 1, 18). Se non che rispetto ai primi rappresenta più il Principe, che il Padre, perchè li regge con leggi solamente generali, quali sono i precetti; e rispetto ai secondi rappresenta più il Padre, che il Principe, perchè li regge con leggi non solo generali dei precetti, ma ancora particolari dei consigli. Nel resto egli è egualmente per verità e Principe, e Padre: Pater futuri saeculi, Princeps pacis (Isaia 9, 6). Presupposto ciò, intenderai facilmente per qual cagione a’ Cristiani si dica: « Jam non estis hospites, et advenae — Ornai non siete ospiti, e forestieri »; perchè se sono di quei, che soggiacciono alle leggi generali di Cristo, già lo riconoscon per Principe, e conseguentemente non sono rispetto a lui forestieri, son cittadini: Non sunt advenae, ma sunt cives. Se son di quei, che soggiacciono alle leggi di Cristo non solo generali, ma ancora particolari, lo riconoscono non solamente per Principe, ma per Padre, e conseguentemente, rispetto a lui, non sono ospiti, son domestici : Non sunt hospites, ma sunt domestici. In qualunque stato tu sii, giuragli pure di tutto cuore ubbidienza, e digli, che in eterno lo vuoi trattare da quel ch’egli è, cioè temerlo, ed amarlo, temerlo qual Principe, amarlo qual Padre, e desidera, che così facciano tutti ancora coloro, che or non lo riconoscono, sì che possa sempre più dirsi con Isaia: « Ecce Accola veniet, qui non erat mecum; Advena quondam tuus adjungetur tibi. — Ecco, che verrà il Forestiero, che non era meco; quegli, che una volta ti era Straniero si unirà a te » (Isaia 54, 15). « Accola — Forestiero » alla casa : « Advena — Straniero » alla città.
II.
Considera, che questa Chiesa, cioè questa Comunanza sì di cittadini, sì di domestici, nella quale tu ti ritrovi, è stabilita sopra un gran fondamento : su quello degli Apostoli, e su quello de’ Profeti : perchè a provare la verità della nostra Religione egualmente concorrono gli uni, e gli altri: i Profeti con le loro predizioni nel Testamento vecchio, e gli Apostoli con la loro predicazione nel nuovo: non discordando in altro questi tra loro, se non che ciò, che i Profeti predissero, come cosa da farsi, gli Apostoli predicarono come fatta. Nel resto sono come una cosa medesima; e però non sì dice: « Superaedificati super fundamenta Apostolorum, et Prophetarum — Edificati sopra i fondamenti degli Apostoli, e de’ Profeti », ma « super fundamentum — sopra il fondamento » perchè non si può trovare tra loro una minima differenza. Piglia in mano il Vangelo; che caro pascolo ti farà contemplare! come ivi scorgesi a parte a parte adempito ciò, che i Profeti tanto prima annunciarono intorno a Cristo, conforme a quello : « Paulus servus Jesu Christi vocatus Apostolus, segregatus in Evangelium Dei, quod ante promiserat per Prophetas suos! — Paolo servo di Gesù Cristo chiamato Apostolo, segregato pel Vangelo di Dio, che prima avea promesso per mezzo de’ suoi Profeti »! (Lettera ai Romani 1, 1). Era profetato come il venturo Messia dovea discendere dal lignaggio di Davidde, nascere d’una Vergine, nascere in Betlemme, nascere quando fosse mancato già lo scettro di Giuda: che dovea essere adorato da’ Magi, che dovea fuggire in Egitto, e dipoi tornare: che dovea sortire per Precursore un uomo santissimo, abitator de’ deserti: che dovea far miracoli, insegnare, predicare, patire, esser venduto ad altrui per trenta danari: che dovea morir sulla Croce con vergognosissimo fine tra due ladroni, nudo, derelitto, deriso, ed abbeverato nella sua sete di aceto: che di più dovea, risuscitato gloriosamente da morte, salire al Cielo, e di là poi mandare lo Spirito Santo, tirare alla sua Fede i Popoli più lontani, e ciò per mezzo di uomini dispregievoli, pochi di forze, e poveri di fortuna. Tutto ciò è stato da’ Profeti predetto, come da farsi, e tutto ciò noi vediamo predicato poi dagli Apostoli, come fatto. Il che è cosa di tanta consolazione ai Fedeli, che non può esprimersi: perchè, qual dubbio, ch’una notizia del futuro sì ampia, sì squisita, sì esatta, non potea venire tanti secoli innanzi, se non da Dio? Miseri quegli Ebrei, i quali ne’ loro libri pur leggono queste cose di Cristo Nostro Signore, e poi scorgendole così bene adempite, ancor non gli credono! Ma questo ancora è stato appunto predetto : che infiniti di loro non crederebbono neppure a ciò, che vedessero coi lor occhi. E così intese l’Apostolo quando recò quelle parole del Salmo: « Fiat mensa eorum coram ipsis in laqueum, et in captionem, et in scandalum, et in retributionem. — La loro mensa sia ad essi di laccio, d’inganno, di inciampo, e di gastigo » (Lettera ai Romani 11, 9). Perchè agli Ebrei questa lor mensa delle Divine Scritture lautissima, ch’han presente, in cambio di salutar nutrimento, « est in laqueum — è di laccio », quando v’incontrano voci ambigue: « est in captionem — è d’inganno », quando interpretando quelle voci a traverso restano colti in qualch’error d’intelletto : « est in scandalum — è d’inciampo », quando dall’error d’intelletto cascano in pertinacia di volontà: e finalmente « est in retributionem — è di gastigo », quando in tal modo sono puniti, con una somma ignominia, di quel che tanto superbamente operarono contro Cristo: Redde retributionem superbis (Salmo 94, 2).
III.
Considera, che questo fondamento, formatoci dagli Apostoli, e da’ Profeti, non è però il fondamento primario, ma secondario. Il primario è Cristo. Egli è fondamento del fondamento, come piacque parlare a Sant’Agostino: Fundamentum fundanentorum. Sopra di questo, cioè « ipso summo angulari lapide Christo Jesu — essendo pietra primaria angolare Gesù Cristo medesimo », si sono stabiliti quegl’incliti Personaggi, e noi ci siamo poi stabiliti sopra di essi; che però si dice, che noi siamo non « edificati — edificati », ma « superaedificati — edificati sopra », perchè prima è formato il loro edilizio, e dipoi sopra il loro è formato il nostro. Vero è, che tanto stabile è il nostro, quanto sia il loro, perchè alla fine è tutt’uno: Ipso lapide. Tutti egualmente andiamo in ultimo a posar sopra Cristo, come su prima pietra fondamentale: « Fundamentum enim aliud nemo potest ponere — Poichè altro fondamento non può gettar chicchessia », non dice « alterum — secondo », dice « aliud praeter id, quod posituai est, quod est Christus Jesus — altro fuori di quello, che è stato gettato, che è Cristo Gesù » (Prima lettera ai Corinzi 3, 11). E ciò vuol dire, summo lapide, non vuol dir eccelso, non vuol dir elevato, vuol dir sommo dentro il suo genere di fondare, cioè primario. Or mira adunque, che bella pietra è mai questa, Gesù Cristo nostro Signore! Ecco avverato ciò, che predisse Isaia: « Ecce ego mittam in fundamentis Sion lapidem angularem probatum, pretiosum, in fundamento fundatum. — Ecco che io porrò ne’ fondamenti di Sion una pietra, pietra angolare, eletta, preziosa, saldissimo fondamento » (Isaia 28, 16). E che può temer chi stia forte su questa pietra? Non è pietra già questa, che possa cedere. Guarda quante inondazioni di ferro, di fuoco, di fiere, di furie ha mandato fuori l’Inferno dalle sue porte, affin di mettere a terra quell’alta mole, che su questa pietra sta posta, la Santa Chiesa. Ma forse l’ha ottenuto ancora nel corso di tanti secoli? nulla meno; e così nemmeno l’otterrà ne’ seguenti: Portae inferi non praevalebunt adversus eam. E tu non ringrazii di cuore Iddio, mentre vedi su questa pietra stabilito il tuo credere?
IV.
Considera, che questa pietra è detta angolare, angulari lapide, perchè nel primario fondamento, che forma, viene ad unire insieme (siccome è proprio delle pietre angolari) quelle pietre per altro così distanti di tempo, che formano il secondario, cioè i Profeti, e gli Apostoli; perchè egli ha uniti i Gentili, a cui predicarono gli Apostoli, coi Giudei, a cui lo avevano prenunziato i Profeti, e ha fatto, che di due popoli sieno uno solo : ipse enim est pax nostra, qui fecit utraque unum (Lettera agli Efesini 2, 14). Ma come l’ha fatto? medium parietem maceriae solvens, gettando giù la maceria. Però figurati, che i Gentili e i Giudei stavano al Mondo, come in un campo vastissimo. Gli uni, e gli altri già convenivano ne’ precetti morali, imposti da Dio, quali sono non ammazzare, non fornicare, non rubare, e simili; perchè questi sono universalissimi a tutti gli uomini : ma non convenivano nei precetti ceremoniali, quali erano la circoncisione, i viaggi, le vittime, le lavande, ed altri oltre numero. Anzi questi erano come un altissimo muro, che affatto gli tenea divisi tra loro ancora negli animi. Vero è, che questo muro era una maceria, paries maceri e, era un muro posticcio, che dovea solamente durare a tempo. Venne al campo Gesù, come Padrone dell’uno, e dell’altro popolo, e con l’autorità, che egli avea, buttò il muro a terra, e così, « medium parietem maceriae solvens, fecit utraque unum — atterrando il muro di separazione, fece di due una cosa sola », perchè ottenne, che sì i Gentili, sì i Giudei si sieno accordati, credendo in esso, a formare un popolo solo. Quindi è, che la Legge vecchia adesso è finita, quanto ai precetti ceremoniali : e ciò non è maraviglia, perchè questi erano quasi tante promesse, che sotto varie figure si ricevevano di Cristo nostro Signore : Ad confirmandas promissiones Patrum (Lettera ai Romani 15, 8). Però, adempite le promesse, restavano affatto inutili. Quell’istrumento, in cui si promette un podere, in cui si promette un palazzo, fin a quanto serve? in fin a tanto che sia dato il podere, che sia dato il palazzo, dipoi si lacera. Così è stato di quei precetti cerimoniali, venuto Cristo : « Abolita est promissio. — E’ abolita la promessa » (Lettera ai Romani 4, 14). Ma se quanto ad essi la Legge vecchia è finita, non è finita quanto ai precetti morali : anzi quanto a questi si è convalidata col forte aiuto dei consigli Evangelici. E così vedi, quanto sia vero, che Cristo, « non venit solvere legem, sed adimplere — non venne per isciogliere la legge, ma per adempirla » (Vangelo di Matteo 5, 17). Perchè la Legge si ripartiva in precetti morali, e in precetti ceremoniali. Quanto ai morali egli l’ha compita, perchè ha aggiunto al ben de’ precetti il ben de’ consigli, con volere a cagione di esempio, che non solo non si odii il nemico : Non oderis fratrem tuum in corde tuo, ma ancora, che si benefichi : Benefacite his, qui oderunt vos (Vangelo di Matteo 5, 44). E quanto ai ceremoniali pur l’ha compita, perchè alla figura egli ha fatto succedere il figurato, cioè se stesso, e così con l’istesso scioglierla in questo genere, l’ha adempita : come si dice appunto di un pellegrino, il quale appende il suo promesso donativo a Loreto, che adempie il voto a un tempo stesso, e lo scioglie. Tanto è vero, che Cristo ha data alla legge tutta quella perfezione, ch’essa mai potesse ricevere. Ristora adunque con queste belle considerazioni il tuo spirito, perchè così ravvivando sempre la Fede nel tuo Signore, sii fedele ad esso nel credere, ma non meno ancor sii fedele nell’operare, ch’è ciò, che singolarmente da te richiede la festa d’oggi.