DICEMBRE
XXVIII. GIORNO
I Santi Innocenti.
Solennità de’ Santi Innocenti: necessita di bere al calice delle mortificazioni.
« Ecce, quibus non erat judicium, ut biberent calicem, bibentes bibent; et tu quasi innocens, relinqueris? Non eris innocens, sed bibens bibes.— Ecco, che quelli, che non erano dotati ancor di giudizio per bere il calice, pur lo berranno sino al fondo; e tu sarai lasciato a parte quasi innocente? Tu non ne sarai esente, anzi di certo lo berrai » (Geremia 49, 12).
I.
Considera quanto sei delicato, se ti spaventi a quel poco di traversie e di travagli, che Dio ti manda, per darti il Cielo! Questi bambini innocenti, per conseguirlo, ebbero, appena nati, a sofferire una crudelissima morte, scannati, e fracassati sugli occhi delle loro madri. E tu il pretendi per nulla? Oh quanto t’inganni! « Ecce, quibus non erat judicium ut biberent calicem, bibentes bibent; et tu quasi innocens relinqueris? Non eris innocens sed bibens bibes. — Ecco, che quelli, che non erano dotati ancor di giudizio per bere il calice, pur lo berranno sino al fondo; e tu sarai lasciato a parte quasi innocente? Tu non ne sarai esente, anzi di certo Io berrai ». Dice quibus non erat judicium, perchè siccome que’ bambini non erano dotati ancor di giudizio, così non solo non erano capaci ancora di una tal pena, ma neppur di processo, tanto era indubitata la loro innocenza. Eppur essi bèvvero il calice, quasi rei, e quasi rei fui di morte, che però tutto lo bevvero sino al fondo, bibentes biberunt. E tu che sei reo, ti lamenti, se a te tocca di beverne alcune stille? Attendi pur ora a pigliarti ogni tuo piacere, a ridere, a scherzare, a saltare, ad iscapricciarti. Quel che non patisci di qua, patirai di là: « Gaude, et laetare, filia Edom, quae habitas in terra Hus; ad te quoque perveniet calix; inebriaberis, atque nudaberis. — Rallegrati, e fa festa, o figlia di Edon, che abiti nella terra di Hus : a te ancora giugnerà il calice; sarai inebriata, e spogliata » (Lamentazioni 4, 21). « Inebriaberis — Sarai inebriata » di tutte quelle amarezze, di cui non vuoi provare al presente neppure un sorso : « Nudaberis — Sarai spogliata » di tutte quelle o delizie, o glorie, o grandezze, ch’ora si uniscono a farti lieta.
II.
Considera, che per calice s’intende qui la Giustizia vendicativa, conforme a quello : « Calix in manu Domini vini meri, plenus mixto — Il Signore ha nella mano un calice di vin puro, pieno di amara mistura » (Salmo 75, 9); e però nota ben le sue qualità. E’ calice, calix, perchè tal Giustizia è usata da Dio a misura, cioè secondo la quantità, o la qualità dei delitti, ch’hanno a punirsi: « Potum dabis nobis in lacrimis in mensura. — Bevanda di lagrime darai a noi in larga misura » (Salmo 80, 6). E’ di vino puro, vini meri, perchè come il vino puro ha possanza di abbattere talmente le forze all’uomo, eh’ egli già non resta più nulla padrone di sè, nè quanto all’interno, nè quanto all’esterno, così l’ha pure la Giustizia Divina. Onde è che dalla umana può l’uomo bene spesso difendersi, sottrarsi, schermirsi, come chi si ritrova di sana mente; ma dalla Divina non può : conviene che in poter d’ essa abbandonisi, come un ebbro : « Sume calicem vini furoris hujus de manu mea, et propinabis de illo cunctis gentibus, ad quas ego mittam te: et bibent, et turbabuntur, et insanient a facie gladii, quem ego mittarn inter eos. — Prendi dalla mia mano questo calice di vino del furor mio, e danne a bere a tutte le genti, alle quali io ti manderò. Ed elle ne berranno, e ne saranno agitate, e perderanno la ragione alla vista della spada, ch’io manderò contro di esse » (Geremia 25, 15). E’ di vino puro, ma non però di una sorta, vini meri plenus mixto: perchè la Giustizia Divina non è legata dalle leggi ad un solo, o semplice genere di supplizio, com’è l’umana; è mista di molti: « Ignis, et sulphur, et spiritus procellarum pars calicis eorum. — Il fuoco, e il zolfo, e il vento procelloso è la porzione del loro calice » (Salmo 11, 7). E’ in mano del Signore, in manu Domini, perchè a lui sta di esercitar, quando più gli piace, una tal giustizia: non v’è per lui tempo determinato, nè luogo, come per il giudizio umano; fa ciò che vuole: « inclinavit ex hoc in hoc — da questo ne mesce in altro (calice) » : e per quanto a molti ne dia, sempre n’ ha per tutti : « Veruntamen fex ejus non est exinanita. — Ma la feccia di esso non è consumata ». E tu ricuserai di bere un tal calice quella volta, che il tuo Signore nella vita presente lo porge a te? Guarda bene, perchè se l’ hanno a bere anche gl’innocenti, sol perchè discendono dalla stirpe infetta di Adamo, molto più l’hanno a bere i peccatori, cioè coloro che sono carichi di tante colpe personali da lor commesse: « Bibent omnes peccatores terrae. — Ne berranno tutti i peccatori della terra ». E come dunque vuoi tu solo fra tanti andare impunito? « Non eris innocens, sed bibens bibes — Tu non ne sarai esente, anzi di certo lo berrai », cioè, se non vorrai bere un tal calice per amore, lo dovrai bere anche a tuo marcio dispetto : « Cumque noluerint accipere calicem de manu tua ut bibant, dices ad eos: Haec dicit Dominus exercituurn: Bibentes bibetis. — E quando non vorran ricevere dalla tua mano il calice, e bere, tu dirai loro : Queste cose dice il Signor degli eserciti : Voi berrete in ogni modo » (Geremia 25, 28).
III.
Considera come a te sembra sì dura cosa l’esser talora, o perseguitato, o punito, benchè innocente, che ardisci dire, che men ti lamenteresti se fossi reo. Ma non è ciò un error sommo? Dunque vorresti tu bere il calice della Giustizia Divina, piuttosto come un Erode, il quale per rabbia di vedersi a poco a poco morir mangiato da’ vermi, tentò di togliersi la vita da se medesimo con un coltello, che berlo come i bambini uccisi da Erode? Il sommo male il quale ha da temersi al mondo, non è la pena, è la colpa; ond’è che Dio, perchè si eviti la colpa, intima la pena. E tu piuttosto vorresti quella con questa, che questa senza di quella? Non far così, lascia che Dio pur permetta, che tu qui sii perseguitato, e punito, benchè innocente. Verrà tempo, in cui saprà fare a te pure la tua ragione. Vedi come il calice passò in pochi anni dagl’innocenti ad Erode? Così puoi pensare, che parimente succeda nel caso tuo: « Ecce tuli de manu tua calicem soporis, fundum calicis indignationis meae: non adjicies ut bibas illum ultra. Et ponam illum in manu eorum, qui te humiliaverunt. — Ecco che io ho a te tolto di mano il calice sonnifero, la feccia del calice dell’ira mia; tu nol berrai mai più. E lo porrò in mano a quelli che ti hanno umiliato » (Isaia 51, 22).