La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

LUGLIO

 

XXVI. GIORNO

Sant’Anna.

Col solo esercitarsi in atto di vero amor di dio può l’uomo divenir un gran santo.

 

« Silebit Dominus in dilectione sua, exultabit super te in laude.— Sarà pago il Signore dell’amor tuo, e per la tua lode esulterà sopra di te » (Sofonia 3, 17).

 

I.

Considera, qual sia l’arte così bramata, da potere con poco guadagnar molto: Esercitarsi in atti di amor di Dio : sicchè quanto operi, sempre l’ordini a lui con questa intenzione espressa di volerlo operare per amor suo. Allora non ti puoi più dolere, se nel tuo stato non ti è permesso di poter fare per Dio certe imprese eroiche, che fanno altri nel loro : perchè già Dio si chiama pago a sufficienza di te, se nel tuo non resti di amarlo : Silebit Dominus in dilectione sua. Questo è il senso più proprio di tali voci, che però son abili a darti un conforto sommo. Ti lamenti tu forse di non poter fare ancor tu quelle penitenze sì aspre, che tanti fanno per Dio, quelle discipline, que’ digiuni che ben per altro dovrebbonsi alle tue colpe? Supplisci con far atti fre quenti di amor di Dio, ch’egli così non ti starà a cercar altro : Silebit in dilectione sua. Essendo manifestissimo, che tali atti, ma fatti di vivo cuore, sono bastevoli a renderti insino esente dal Purgatorio. Se non puoi far più che servirlo sopra una Cattedra, amalo : e « Silebit in dilectione sua — Sarà pago del tuo amore ». Se non puoi far più che servirlo in un Confessionale, amalo; e « Silebit in dilectione sua — Sarà pago del tuo amore ». Che se neppur ti è permesso far ciò per Dio, ma convien che badi alle faccende dimestiche, a regolare i figliuoli, a reggere la famiglia, o veramente ad esercitarti in pure opere manuali: e tu badavi pure, ma sempre, come si è detto, per amor d’esso: nè temer ch’egli non chiamisi soddisfatto così di te nello stato tuo, come d’altri nel lor più esimio: « Silebit Dominus in dilectione sua — Sarà pago il Signore dell’amor tuo », non « in opere — dell’opere », ma « in dilectione — dell’amore ». Questo è di tanto conforto, che ti dee dare un grandissimo incitamento ad esercitarti in questi atti belli di amore, che sono a Dio sì graditi. Dubiti tu per ventura, che non sian tali? Ciò per cui i Santi sono arrivati a singolar santità, non tanto sono state le opere ch’essi han fatte, quanto è stato l’amore con cui l’han fatte: « Remittuntur ei peccata multa, quoniam dilexit multum. —Le sono rimessi molti peccati, disse Cristo di Maddalena, perchè ha amato molto » (Vangelo di Luca 7, 47). Non « quia multum fecit — perchè operò molto », ma « quia multum dilexit — perchè ha amato molto ». Non avea fin allora la Maddalena sparsa una stilla di sangue per le sue colpe; ma ciò non pregiudicolle, mentre ne avea versate tante di lagrime cordialissime.

II.

Considera, che se a questi atti di amore pur ora detti, aggiugnerai quelli ancora di lode, benedicendo il Signore per tutto ciò, che alla giornata va disponendo di te, sicchè non solo non ti dolga di esso in verun accidente, benchè sinistro, ma piuttosto lo aggradisca, lo approvi, e gli dica sempre, che quanto fa sia ben fatto; egli non solo tacerà sopra di te, come facea ne’ primi atti di semplice dilezione, ma esulterà: Exultabit super te in laude; perciocchè In questi aggiugni alla dilezione, che devigli come a Padre, la riverenza, la rassegnazione, e la stima, che pur gli devi come a Padrone sovrano. Fra quante lodi tu possa render a Dio, questa gli è più cara di tutte, la lode, che gli rendi a cagion del buon governo. Gli piace quella lode, che tu gli dai per la sua infinità, per la sua immensità, e per tanti altri de’ suoi sublimi attributi; ma più di tutte l’altre gli piace questa, che tu gli dai per la sua venerabilissima provvidenza. E per qual cagione? Perciocchè questa è quella lode, che più di tutte gli han voluto contendere i suoi nimici. Quindi è che in Cielo medesimo, come abbiain dall’Apocalissi, questa è la lode, che più di ogni altra risuona su quelle beate cetere : « Judicia tua manifesta sunt. —I Giudizi tuoi son manifesti » (Apocalisse di Giovanni 15, 4). « Vera, et justa judicia tua. — Veri e giusti sonoi tuoi Giudizi » (Apocalisse di Giovanni 16, 7). « Vera, et justa judicia sunt ejus. — Veri, e giusti sono i Giudizi di lui » (Apocalisse di Giovanni 19, 2). « Justae et verae sunt viae tuae, Rex saeculorum. — Giuste e vere son le tue vie, o Re de’ secoli » (Apocalisse di Giovanni 15, 3). Quasi che il Cielo voglia con ciò ricompensar tante accuse, che dà la terra a’ divini giudizi iscrutabilissimi, scuotendo affatto di sua bocca quel morso, del quale intese favellar Dio quando disse: « Laude mea infraenabo te ne intereas. — Colla mia gloria t’imbriglierò perchè tu non perisca » (Isaia 48). Piglia dunque esempio dal Cielo, non dalla terra. Loda Dio sempre egualmente per tuttociò che dispone de’ fatti tuoi: « Semper laus ejus in ore meo. — Le lodi di lui saran sempre nella mia bocca » (Salmo 34, 2). Lodalo ne’ casi prosperi, lodalo ne’ casi avversi, e offerirai con questo a Dio sacrifizio di lode così giocondo, che lo farai giubilar su la tua persona : Exultabit super te in laudibus. 

III.

Considera, che in questo breve detto profetico tu vi scorgi additata la strada più compendiosa da farti Santo non nell’esterno, ma nell’interno : Amare, e Lodare. Nelle tue opere devi sempre amare il Signore, nelle sue lodarlo. La lode senza l’amore sarebbe affettata, l’amore senza lode sarebbe falso. E però il Profeta in un tal versetto ha congiunti questi due termini di amore insieme, e di lode, perchè mai di buona legge non possono andar disgiunti. Tutta la vita umana è tessuta, per dir così, di due fili : di quello, che noi disponiamo di far per Dio, di quello, che Dio dispone di far di. noi. Nel nostro operare da noi Dio gradisce sopra tutto l’amore, nel suo la lode. Ma guarda quante volte tu fai l’opposto di quello, a che sei tenuto ! Nelle tue opere in vece di amar Dio, tu ami te stesso, cercando in esse i tuoi interessi, il tuo intento, assai più che Dio. Nelle sue, in vece di lodarlo, talora se non lo accusi, almeno te ne lamenti. Qual maraviglia però, se nello stato tuo ti riesce sì poco di farti Santo? La colpa non è più dello stato, è di te medesimo. Eccoti oggi la gloriosa Sant’Anna arrivata a grado sì eccelso di santità, che meritò d’esser la Madre, di chi? di quella stessa, che fu poi Madre di Dio. E pur come vi arrivò, se non con questo puro esercizio, ch’hai qui sentito? Con amar Dio nella sua vita privata di vero cuore, e con lodarlo nella sua così lunga sterilità. Tanto è vero, che se anche tu praticherai fedelmente un tale esercizio, « Silebit Dominus in dilectione sua, exultabit super te in laude — Sarà pago il Signore dell’amar tuo, e per la tua lode esulterà sopra di te ».

Archivio delle meditazioni