La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

NOVEMBRE

 

XXV. GIORNO

Santa Catterina Vergine e Martire.

Della vera Sapienza, come si acquisti, e chi propriamente l’acquisti.

«In malevolam animam non introibit Sapientia, nec habitabit in corpore subdito peccatis. — La Sapienza non entrerà in un’anima malevola, nè abiterà in un corpo sottoposto ai peccati » (Sapienza 1, 4).

 

I.

Considera come sapiente in qualunque genere è quegli, il quale sa giudicare delle cose secondo le loro prime cagioni altissime, e secondo quelle ordinarle. E però tali sono i maestri di ciascun’arte, tanto migliori quanto più sanno giudicare delle cose altamente nell’arte loro, e sanno ordinarle : « Ut Sapiens Architectus fundamentum posui. — Da perito Architetto io gettai il fondamento » (Prima lettera ai Corinzi 3, 10). Vero è, che la prima cagione altissima, la qual trascende per tutti i generi, è Dio. Però chi solamente sa giudicare delle cose, e ordinarle secondo le loro cagioni inferiori a Dio, per alte ch’elle si sieno, si dice sapiente sì, ma solo in quel genere, com’è dire di architettura, di jus civile, di jus crnonico, di medicina, di anatomia, di astronomia, di aritmetica; non si dice sapiente assolutamente. Sapiente assolutamente si dice solo chi sa giudicare delle cose, e ordinarle secondo la loro cagion somma, ch’è Dio : « Ecce timor Domini ipsa est Sapientia. — Ecco che il timor del Signore egli è la stessa Sapienza » (Giobbe 28, 28). E la ragion è, perchè poco vagliono tutte quelle arti minori per se medesime, se non si possede con esse quell’arte massima, la quale è posta nella consecuzione dell’ultimo fine. A questa tutte l’altre hanno a tendere come serve. E però sappi come con tutte quelle quante mai sieno ti puoi dannare, se non vi congiungi anche questa. E tutte quelle allor, che ti serviranno? « Et si quis fuerit consummatus inter filios hominum, si ab illo abfuerit Sapientia tua, Domine, in nihilum computabitur. — E se tra i figliuoli degli uomini alcun fosse perfetto, questi, quando da lui sen vada, o Signok, la tua Sapienza, sarà contato per un niente » (Sapienza 9, 6).

II.

Considera come questa Sapienza sì eccelsa, di cui parliamo, è Dono proprio dello Spirito Santo, il quale con modo speciale inspira alle anime come debbano giudicare di tutte le cose, e come ordinarle secondo Dio, cioè secondo il voler di Dio, secondo il gradimento di Dio, secondo la gloria di Dio, secondo ciò che vale più a guadagnar l’amor di Dio, ch’è ciò che intese l’Apostolo dove disse, che l’uomo spirituale giudica di tutte le cose : Spiritualis autem judicat omnia, non perchè sappia egli giudicarne sempre secondo le regole inferiori, quali son le regole umane : ma perchè sempre sa giudicarne secondo le superiori, quali son le divine. Non ti devi però stupire, se dice qui il Savio, che « In malevolam animam non introibit Sapientia; nec habitabit in corpore subdito peccatis — La Sapienza non entrerà in un’anima malevola, nè abiterà in un corpo sottoposto ai peccati » : perchè lo Spirito Santo, il qual è quello che dona una tal Sapienza, abborrisce l’anima malevola, cioè quell’anima, la quale è data alla Superbia, all’Ira, all’Invidia, all’Avarizia, all’Accidia, che sono que’ vizi, i quali fra i capitali più proprianr.,nte si attribuiscono all’anima; ed abborrisce il corpo sottoposto ai peccati, cioè alle crapole, ed alle carnalità, che sono quegli, i quali fra i capitali, più propriamente si attribuiscono al corpo. E però come vorrà lo Spirito Santo infondere in costoro quella Sapienza, la quale è Dono di lui tanto segnalato? « Spiritus Sanctus auferet se a cogitationibus, quae sunt sine intellectu. — Lo Spirito Santo si tien lungi dagl’imprudenti pensieri » (Sapienza 1, 5). Bisogna che tu prima ti disponga a ricettare nel tuo cuore un tal ospite, qual è lo Spirito Santo, scacciando da te tutt’i peccati, qualunque sieno, come opere troppo sciocche : e allora sarai partecipe de’ suoi doni: perchè egli non è di quei principi, i quali mandano i suoi doni per altrui mano, gli porta sempre da sè: « Spiritus plenus ex his, veniet mihi. — Un vento impetuoso da quella parte verrà per me » (Geremia 4, 12). « Insiluit in eum Spiritus Domini: Irruit in eum Spirus Domini: Fuit in eo Spiritus Domini. — Lo investì lo Spirito del Signore : Entrò in lui lo Spirito del Signore: Fu in lui lo Spirito del Signore ». Tali sono i termini, con cui di lui si favella. Anzi tal è la ragione, per la qual egli ti vien detto altresì somigliare un vento impetuoso, perchè non solo ti manda in seno la pioggia de’ suoi favori, come fa il vento ordinario, ma te la porta: « Factus est repente de Coelo sonus tamquam advenientis spiritus vehementis, et replevit totam domum, ubi erant sedentes. — Venne di repente dal Cielo un suono, come se levato si fosse un vento gagliardo, e riempi tutta la casa, dove abitavano ». Vuoi dunque tu questa Sapienza sì nobile, ch’è suo dono? Prega lui stesso a volere venire in te : « Invocavi, et venit in me Spiritus Sapientiae, cioè Spiritus dator Sapientiae. — Invocai lo Spirito della Sapienza, ed ei venne in me, cioè lo Spirito datore della Sapienza » (Sapienza 7, 7).

III.

Considera come tutt’ i peccati tanto spirituali quanto carnali, accennati nel punto precedente, includono due disordini, l’uno è l’avversion da Dio, l’altro è la conversione alla creatura. Nondimeno tra gli spirituali, e i carnali evvi questa diversità, che i peccati carnali hanno più di conversione allacreatura, perchè si compiscono tutti nella soddisfazione dell’appetito sensuale, il quale non è capace di quei diletti, che procedon da Dio, se non al più di risalto, e però se non gli apprezza quanto lo Spirito, non è sì reo. I peccati spirituali hanno più di avversion da Dio, perchè lo Spirito sarebbe molto bene capace di quei diletti che da Dio vengono, eppur non gli cura per aderire piuttosto a quei diletti, che trae dalla creatura. Ond’è che i peccati spirituali hanno più del diabolico, i carnali hanno più dell’animalesco. In quelli l’anima opera come anima in grazia propria: e però in quelli ritiene il nome di anima : « In malevolam animam non introibit Sapientia — In un’anima malevola non entrerà la Sapienza ». In questi l’anima (come fosse una cosa stessa col corpo) opera più in grazia del corpo, che in grazia propria, e però in questi lascia il nome di anima, e piglia il nome di corpo: « neque habitabit in corpore subdito peccatis — nè abiterì in un corpo sottoposto ai peccati ». In quelli l’anima opera di proprio talento come padrona, e però in quelli si dice che vuole il male: « In malevolam animam, cioè in animam volentem malum, non introibit Sapientia — in un’anima che vuole il male non entrerà la Sapienza ». In questi l’anima opera più tirata a modo di serva dall’appetito sensuale, come se fosse piuttosto corpo che anima, e però non tanto in quelli si dice che vuole il male, quanto si dice ch’ella è sottomessa a volerlo : « Neque habitabit in corpore. subdito peccatis — nè abiterà in un corpo sottoposto ai peccati ». E tu frattanto non ti confondi di te, mentre rimirandoti tutto dall’imo al sommo, non sai qual parte sia di te la più sozza, se la nobile, o se la ignobile?

IV.

Considera come quello, che tu devi qui più notare al primiero intento, si è, che « in corpore subdito peccatis — nel corpo sottoposto ai peccati » si dice, che la Sapienza, non poserassi, non habitabit: « in malevolam animam — nell’anima malevola » si dice, che la Sapienza non entrerà, non introibit. E la ragion è, perchè come i peccati spirituali hanno di lor natura più di ciò che dicesi avversion da Dio, che non ne hanno i carnali; così non lascian neppur avvicinare alla mente quella Sapienza, la qual intende che Dio in tutte le cose sia sempre la prima regola : « Initium superbiae hominis, apostatare a Deo; quoniam a Deo, qui fecit illum, recessit cor ejus. — Il principio della superbia dell’uomo è di apostatare da Dio; mentre il cuor di lui si allontana da Dio che lo creò » (Ecclesiastico o Siracide 10, 14). E come i peccati carnali hanno più di ciò che si dice conversione alla creatura, che non ne hanno i peccati spirituali quantunque abbiano meno di avversione da Dio, così talvolta cedendo, lasciano è vero accostar più la Sapienza nel cuor dell’uomo per qualche vivo lampo di fede, che Io riscuota, o per qualche esortazion spaventosa, che lo commuova, o per qualche esempio salubre, che lo compunga : ma che? Se ve la lascian punto entrare, non però ve la lasciano d’ordinario dimorar troppo, per l’attacco forte, il quale il cuore ha pigliato alla creatura, cui s’è rivolto : « Si subito apparuerit aurora, arbitrantur umbram mortis; et sic in tenebris, quasi in luce ambulant — Se repentinamente spunta l’aurora, la credono un’ombra di morte; e così nelle tenebre camminano come nella luce » (Giobbe 24, 17), godendo i sensuali dei diletti loro di senso, come se fossero que’ diletti sinceri della Sapienza, di cui non sono capaci. In una parola, chi è dominato da’ peccati spirituali, è soprammodo difficile a convertirsi : In malevolam animam non introibit Sapientia. Chi è dominato da’ peccati carnali, se non è tanto difficile a convertirsi, è debole soprammodo al perseverare: Nec habitabit in corpore subdito peccatis. L’uno, e l’altro è male gravissimo. Qual sia più, non è facile a giudicare. Che sarebbe però se in te tanto i peccati spirituali, quanto i carnali si unissero a farti il peggio ch’essi sapessero, almeno con le loro perfide inclinazioni, da te non mai finite di sbarbicare dall’anima poco amante di Dio, o dal corpo troppo invaghito de’ suoi trastulli? In un tal caso sarai dannato ad esser un di que’ figliuoli d’Agar, i quali altra sapienza non son atti a cercarsi che la terrena : « Filii Agar, qui exquirunt prudentiam, qua de terra est, viam Sapientix nescierunt. — I figli di Agar, che cercano la prudenza che vien dalla terra, non conobbero la via della Sapienza » (Baruc 3, 23). Non sarai come quella Vergine d’oggi, che ne ebbe tanta, perchè fu albergo dello Spirito Santo, il quale in lei riposossi come in suo Tempio.

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