LUGLIO
XXV. GIORNO
San Giacomo Apostolo.
Come debba l’uomo considerarsi su questa terra, e quali sieno que’ carnali desideri, da cui l’Apostolo vuole ci astenghiamo.
« Obsecro vos, tamquam advenas, et peregrinos, abstinere vos a carnalibus desideriis, quae militant adversus animam, conversationem vestram inter gentes habentes bonam. — Vi prego che, come forestieri, e pellegrini, v’astenghiate dai desideri carnali, che militano contro l’anima, conversando bene tra le genti » (Prima lettera di Pietro 2, 11).
I.
Considera, che in tre modi possono stare gli uomini sulla terra : o come cittadini, o come forestieri, o come pellegrini. Come cittadini vi stanno quei che non riconoscono altra patria, che questa : Oculos suos statuerunt declinare in terram. — Si studiano di tener gli occhi loro rivolti alla terra » (Salmo 17, 11). E però qui hanno fondato ogni loro bene. E tali sono i Cristiani cattivi, i quali benchè non sieno sopra la terra cittadini di origine, mentre la loro origine vien dal. Cielo, sono tuttavia cittadini di volontà, mentre hanno qui stabiliti i loro padiglioni, come se mai non avessero da rimuoverli : « Tabernacula eorum in progenie, et progenie. — I loro tabernacoli per tutte le generazioni » (Salmo 49, 12). Qui si sono ascritti, qui si sono arrolati : « Vocaverunt nomina sua in terris suis — Diedero essi i loro nomi alle loro terre », col vivere a simiglianza di quei Gentili, « qui spem non habent — che non hanno speranza ». Come forestieri vi stanno quei, che molto ben riconoscono un’altra patria, qual è quella del Paradiso, e ad essa aspirano : ma pur frattanto dimorano sulla terra di proposito, con applicarsi più alle cose terrene, che alle celesti : « Quid est Israel, quod in terra inimicorum es? Invelerasti in terra aliena. — Qual è il motivo, o Israele, per cui tu sei in terra nemica? Invecchi in paese straniero » (Baruc 3, 10). E questi sono i Cristiani ordinarii. Come pellegrini finalmente vi stanno quei, che non solo riconoscono un’altra patria, qual è quella del Paradiso, e ad essa aspirano, ma sulla terra non possono viver quieti: « Heu mihi, quia incolatus meus prolongatus est! — Misero me, il mio pellegrinaggio è prolungato! » (Salmo 120, 5). E quasi che qui si trovino di passaggio per un sol dì, non altro della terra essi tolgono, che quel tanto di alimento, o di aiuto che basti a vivere loro di giorno in giorno : « Et a te quid volui super terram? — E che volli io da te sopra la terra? » (Salmo 73, 23). E questi sono i Cristiani perfetti. Prima di andare innanzi, fèrmati un poco a rimirare te medesimo, affine di riconoscere in qual di questi tre ordini ti ritrovi tu di presente, ed in quale ameresti alla morte di ritrovarti.
II.
Considera come in questo luogo l’Apostolo non ragiona a quei, che sulla terra dimorano da cittadini, perchè in tal caso gli avrebbe dovuti ammonire ad astenersi non solamente da’ desideri carnali, a carnalibus desideriis, ma ancor dalle opere. Parla solo a quei che vi stanno o da forestieri, o da pellegrini : e però pregali (per usar loro tanto più di rispetto) a diportarsi proporzionatamente da quei che sono: « Obsecro vos, tamquam advenas, et peregrinos, abstinere vos a carnalibus desideriis, quae militant adversus animam, conversationem vestram inter gentes habentes bonam —Vi prego che, come forestieri, e pellegrini, v’astenghiate dai desideri carnali, che militano contro l’anima, conversando bene tra le genti » che sono i cittadini di questa terra di sopra detti. Ma quali sono questi desideri carnali di cui si tratta? Sono quei tre desideri così famosi, che abbracciano tutto ciò che piace alla carne; di roba, di riputazione, di piacere, massimamente corporeo. Vero, che a favellare con proprietà, i primi si dicono desideri avari, i secondi ambiziosi. Desideri carnali sono veramente quei di piacere corporeo. E da questi vuol qui singolarmente l’Apostolo, che ti astenga, mentr’egli dice: Obsecro vos, tamquam advenas, et peregrinos, abstinere vos a carnalibus desideriis; perciocchè questi son quelli, che più di tutti ci fanno vivere attaccati alla terra. Però di quei due vecchi, sì posseduti da desideri carnali, disse Daniele, che « declinaverunt oculos suos, ne viderent Coelum — abbassarono i loro occhi per non mirare il Cielo ». E tra’ parti funesti della libidine, non solamente vengono annoverati l’offuscazion della mente, l’inconsiderazione, l’incostanza, e la precipitazione, ma sopra ogni altro l’orror del futuro secolo : Horror futuri saeculi. Nota però, come non è qui contento l’Apostolo, che ti astenga dalle opere della carne, che apertamente dimostrano il loro male, ma ancora da’ desideri, che lo nascondono; a desideriis, perchè, se ci è vizio, a cui bisogni più ostare ne’ suoi principii, è questo, di cui parliamo; paragonato più d’ogn’altro al fuoco; perchè può avere l’origine bene spesso da una scintilla, da una lezione curiosa, da una parolina, da un pensieretto, da un primo moto non represso per tempo : « A scintilla una augetur ignis. — Da una sola scintilla divampa il fuoco » (Ecclesiastico o Siracide 11, 34). E forse che non l’avrai tu stesso provato per esperienza?
III.
Considera come nondimeno l’Apostolo qui non dice: «Obsecro vos carere carnalibus desideriis — vi prego che siate privi di desideri carnali », ma sì bene « abstinere vos — che v’astenghiate »; perchè da tali desideri, che sorgono involontari, non a tutti è dato esser privo, ma sì bene da’ volontari. E però quello che bisogna si è, tosto che questi si levano contro l’anima, discacciarli, ribatterli, ributtarli, tenerli da sè lontani. Anzi neppur basta ciò : perchè in tal caso avrebbe detto l’Apostolo : « Obsecro vos arcere a vobis carnalia desideria — Vi prego che tenghiate lontani da voi i desideri carnali »; ma egli non è pago di così poco. Non vuole che tu sol tenga da te lontani simili desideri, arceas illa; ma di più vuole che tu stii lontano da essi, abstineas ab illis; che questo è propriamente abstinere se, tenersi lontano. « Abstinet se a viis nostris. — Egli schiva le nostre costumanze » (Sapienza 2, 16). Vuole, che per quanto puoi non ti lasci, qual capitano avveduto, attaccar la guerra. Devi però sapere, come questi desideri carnali alle volte combattono contro l’anima, altre volte militano, cioè stanno solamente accinti a combattere. Però quando essi combattono, massimamente con battaglia furiosa, gli hai da discacciare, ribattere, ributtare, come di sopra fu detto; ma quando militano, come vedi qui che l’Apostolo presuppone, militant adversus animam, hai da scansare il cimento, abstinere te, con usare assai più la fuga, che non la scherma : «Abstine te a lite, et minues peccata. — Tienti lontano dalle contese, e diminuirai i peccati » (Ecclesiastico o Siracide 28, 10). Anzi quando ancor ti combattono, gli hai da vincere in questa forma medesima più che puoi, con astenerti dal porre in essi la mente, col distrarti, col divertirti. E la ragion è: perchè il pensare fissamente al peccato, il quale t’impugna, è vero che talor ti diminuisce l’incentivo verso di esso; ma è vero ancora che talor te lo accresce. Quando te lo diminuisce, come avviene nell’avarizia, e nell’ambizione, tu puoi combattere resistendo al pensiero, perchè quanto più pensi alla vanità de’ guadagni stimati dall’avarizia, o della gloria sperata dall’ambizione, tanto più acquisti di facilità a non curartene. Ma quando te lo accresce, come accade nella libidine, la quale ha forza d’innamorarti di sè, quando ancor tu contempli la sua bruttezza, non hai da combattere resistendo al pensiero, che ella in te sveglia, ma sol fuggendolo: « Averte faciem tuam a muliere compta. — Rivolgi lo sguardo dalla donna abbigliata » (Ecclesiastico o Siracide 9, 8). Se però quando questi desideri carnali attualmente ti muovono ancora la guerra, hai tu da usare quest’arte pur ora detta di vincerli con la fuga: abstine te; quanto più (mando stan solo in arme per muoverla? Militant adversus animam. Fuggire innanzi la zuffa sempre è assai facile: ma non così poi che la zuffa è attaccata. E però saviamente dice l’Apostolo: « Obsecro vos, abstinere vos a carnalibus desideriis, qua, militant adversus animam — Vi prego che v’astenghiate da’ desideri carnali, che militano contro l’anima »; perchè non si aspetti, che « certent — combattano ». E pure « unde bella — d’onde le guerre »? Se si crede a San Giacomo: « Nonne ex concupiscentiis vestris, quae militant in membris vestris? — Non sono forse dalle vostre concupiscenze, che militano nelle vostre membra? » (Lettera di Giacomo 4, 1).
IV.
Considera qual sia il modo di astenersi agevolmente da simili desideri. Il modo è mortificarsi, con ischivare quelle occasioni, che possono risvegliarli: è custodire la vista, è custodire l’udito, è il contenersi dal leggere libri vani; e così del resto. Questo dico è il modo unico di astenersi da’ desideri carnali. Trascurato questo, non solo non ti puoi più astenere da’ desideri, ma non farai poco ad astenerti da’ compiacimenti, da’ consensi, dalle opere. Bisogna dunque, per non trascorrere a tanto, astenersi da’ desideri. E però conchiude l’Apostolo, che soprattutto sii attento a conversar come si conviene: Conversationem vestram inter gentes habentes bonam: perchè qui è dove desideri tali si accendono soprattutto, nel conversare. O tu stii come forestiere su questa terra, tamquam advena, o vi stii come pellegrino, tamquam peregrinus; necessariamente hai da conversare più d’una volta tra quei che pur troppo vi stanno da paesani. Questi sono qui dall’Apostolo detti Genti; Gentes; o perchè quantunque Cristiani, non riconoscono, come i Gentili, altra patria, che la presente; o perchè, essendo di numero molto più, che i pellegrini in terra, e che i forestieri, giustamente essi vengono sotto questo nome di Gente : cioè dire, di moltitudine. Dovendo tu però conversar tra essi, quanto convien che conversi avvedutamente, ed attentamente, affinchè non si attacchino ancora a te i loro costumi ! Dissi tra essi, perchè così parimente dice l’Apostolo : Conversationem vestram inter Gentes habentes bonam. Dice « inter Gentes — tra le Genti », non dice « cum Gentibus — colle Genti »; perchè se con questi hai da trattar qualche volta o per tuo servizio, o per loro, non hai però facilmente da conversare. Ma quando ancora tu non conversi con essi, ma sol tra essi, hai da scansare ogni forma di conversare non solamente cattiva, ma ancor sospetta : perché qui è dove singolarmente si accendono i desideri carnali. Un guardo, un ghigno, un portamento men cauto basta a far che si pongano tosto in arme a somma dannazion dell’anima tua : Militent adversus animam. Osserva come tu sii sollecito in astenerti dalle occasioni men buone, e da esse astienti, affin di potere più agevolmente astenerti da’ desideri.