La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

NOVEMBRE

 

XXIV. GIORNO

Si meditan le parole, che dirà a’ reprobi: « Discedite a me maledicti, ecc. ».

« Tunc dicet et his, qui a sinistris erunt: Discedite a me maledicti in ignem aeternum. — Allora dirà anche a coloro, che saranno alla sinistra: Via da me, maledetti, al fuoco eterno » (Vangelo di Matteo 25, 41).

 

I.

Considera quanto differenti sian le parole, che dirà Cristo a’ reprobi nel Giudizio, da quelle ch’avrà poc’anzi dette agli eletti. A questi disse venite, a quelli dirà « discedite, e discedite a me in ignem aeternum — via, e via da me al fuoco eterno ». Oh che fiero discacciamento ! paragona qui teco ancora i due termini : donde, e dove : « a me, in ignem aeternum — da me al fuoco eterno », e proverai, che terrore! Non sarebbe di certo piccolo male andare esiliato dalla bella faccia di Dio : ma andarne di più esiliato per ardere in un fuoco il più doloroso di quanti mai se ne possono immaginare, e in un fuoco eterno, figurati, che sarà! Due furono già gli eccessi de’ peccatori in qualunque loro colpa mortale, l’avversion da Dio, la conversione alla creatura: E però è giusto, che ambidue sian puniti conforme il merito. All’avversion da Dio corrisponde la pena del danno : « Non videbit gloriam Domini. — Non vedrà la gloria del Signore » (Isaia 26, 10). E intimando questa, dirà Cristo a quegl’infelici, « discedite a me — via da me », essendo giusto, che chi non curò la terra di promissione, non vi pervenga : « Juravi in ira mea: Si introibunt in requiem meam. — Giurai sdegnato : Non entreranno nella mia requie » (Salmo 95, 11). Alla conversione verso la creatura corrisponde la pena del senso : « Cruciabuntur die acnocte in sacula saeculorum. — Saranno tormentati dì e notte pe’ secoli de’ secoli ». (Apocalisse di Giovanni 20, 10). E intimando questa, soggiugnerà « in ignem xternum —nel fuoco eterno », essendo parimente giustissimo, che chi per compiacere alle sue passioni, alla sua sensualità, ai suoi sentimenti, al suo corpo, non curò Dio, sia tormentato dalle sue passioni mede.. sime volte in furie, e provi nella sensualità, ne’ sentimenti, nel corpo, non solo il fuoco, ma tutti gli altri strazi, corrispondenti alle passate sue colpe, che avrà nel fuoco: « In mensura contra mensuram, cum abjecta fuerit, judicabis eam — Con misura rimisurata farai giudizio contro di lei, quand’ella sarà rigettata » (Isaia 27, 8), « in mensura poenae contra mensuram culpe — con misura di pena contro la misura della colpa ». Sono però tali strazi compresi tutti qui nel nome di fuoco, non sol perchè la prigione, in cui dovranno tollerarli i dannati, sarà di fuoco : « Mittet eos in caminum ignis — E li getterà nella fornace di fuoco » (Vangelo di Matteo 13, 24): ma ancor perchè tutti gli altri stessi supplizi, che non sian fuoco, avranno nell’Inferno ad affliggere, un’attività, un’acrimonia anche essi di fuoco : « De igne egredientur, et ignis consumet eos. — Usciran dal fuoco, e un (altro) fuoco li consumerà » (Ezechiele 15, 7). Tanaglie di fuoco, spade di fuoco, saette di fuoco, serpi di fuoco, tuttociò che sai fingerti negli abissi, senza eccettuare neppure quel fiato putrido, che spireranno dalla bocca i dannati, sarà qual fuoco : « Spiritus verter, ut ignis vorabit vos. — Il vostro spirito stesso qual fuoco vi divorerà » (Isaia 33, 11). E tu potendo udir da Cristo Venite, vorrai piuttosto in quel giorno udirne Discedite? No, no, risolviti di comperar quel Venite a qualunque costo. Oh che guadagno ! Se non fosse altro che sottrarsi dal fuoco ! Non può costar giammai caro. Eppure egli è fuoco eterno : « Nocte, et die non extinguetur, in sempiternum ascendet fumus ejus. — Nè dì nè notte si estinguerà, salirà in eterno il fumo di lui » (Isaia 34, 10).

II.

Considera, che, come gli eletti furono onorati da Cristo col nome di benedetti, così saranno i reprobi svergognati con quello di maledetti. Vero è, che v’è questa diversità singolare tra gli eletti, e i reprobi. Che gli eletti ebbero il loro bene dal Padre, i reprobi ebbero il loro male da sè: « Perditio tua, Israel: tantummodo in me auxilium tuum. — La perdizione è da te, o Israele : da me solo il tuo soccorso » (Osea 13, 9). E però non è maraviglia, se quelli non, solamente si dicono benedetti, ma benedetti dal Padre : Venite benedicti Patris mei; e questi puramente si dicono maledetti : Discedite a me maledicti in ignem aeternum. Niuno di noi senza il Padre potè mai essere abilitato all’acquisto del Paradiso, e niuno acquistarlo : e però a coloro i quali lo acquistarono dirà Cristo: Venite benedicti Patris mei. Ciascun di noi senza il Padre si potè non curare di un tal acquisto; e però a coloro i quali non lo acquistarono, dirà Cristo Discedite a me maledicti, ma non dirà, maledicti ancor Patris mei. Non già perché la maledizione in quel giorno non debba essere data anch’ella da Cristo in nome del Padre, come data sarà la benedizione : ma sol perchè non deve ascriversi al Padre. E chi è quel padre, il qual non ami di benedir i figliuoli più assai, che di maledirli? Se gli maledice, è perchè essi a ciò lo costringono con le loro disubbidienze : « maledicti qui declinant O mandatis tuis — maledetti quei che declinan dai tuoi precetti » (Salmo 119, 21). Tu a ciò che dici? Pensavi bene, perchè a te sta, finchè vivi, meritar la benedizione, la qual il padre ama darti, o demeritarla. Ma se non conseguirai la benedizione, ricordati, che non potrai sfuggir la maledizione. O l’una, o l’altra. Tal è lo stile d’un padre; O benedice i figliuoli, se sono buoni, con farli eredi : O gli maledice cattivi diseredandogli : « En propono in conspectu vestro hodie benedictionem, et maledictionem: benedictionem, si obedieritis mandatis Domini Dei vestri; maledictionem, si non obedieritis — Ecco io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione : la benedizione se obbedirete ai comandamenti del Signore Dio vostro; la maledizione se non obbedirete », non v’è mezzo (Deuteronomio 11, 26). Misero però quel figliuolo, il quale anzi vorrà la maledizione : « Dilexit maledictionem, et veniet ei; noluit benedictionem, et elongabitur ab eo. — Amò la maledizicine, e gli verrà; non volle la benedizione, e s’allontanerà da lui » (Salmo 108, 18). Non solo « recedet ab eo — si ritirerà da lui », ma « elongabitur — si allontanerà », perchè quando il misero, conosciuto il suo errore, la bramerà, non potrà più correrle dietro : « Scitote enim quoniam et postea, cupiens Esau hareditare benedictionem, reprobatus est: non enim invenit poenitentiae locum, quamquam cum lacrymis inquisisset eam. — Imperocchè sapete come ancor poi, bramando Esaù di essere erede della benedizione, fu rigettato : conciossiachè non trovò luogo a penitenza, quantunque con lagrime la cercasse » (Lettera agli Ebrei 12, 17).

III.

Considera come a fare più manifesto, che la maledizione non deve ascriversi al Padre, nel parlare agli eletti dirà ben Cristo in quel di : « Possidete paratum vobis regnum — Prendete possesso del regno preparato a voi ». Ma nel parlare a’ reprobi non dirà: « Discedite in paratum vobis ignem — Via da me al fuoco a voi preparato », perchè il Padre fabbricò il Paradiso innanzi che veruno de’ suoi figliuoli se ‘l fosse ancor meritato; ma non l’Inferno. L’ Inferno fu da lui fabbricato nell’atto stesso, che gli Angeli a lui ribelli se ‘l meritarono. E perchè, posto ciò, fu fatto per li demoni, non fu fatto per gli uomini ; però, favellandone agli uomini dirà Cristo : « Qui paratus est diabolo, et Angelis ejus — preparato al diavolo ed a suoi Angeli », e non dirà « qui paratus est vobis — preparato a voi ». E’ ver, che fattolo, se n’è poi valuto il Padre, all’istesso modo per gli uomini, come prima per li demoni, ma non di primaria intenzione. Se n’è valuto, perchè volendo tanti uomini aderire anch’essi a Lucifero più che a Dio, era conveniente, che in fine andassero ad abitar nel Reame di chi si aveano eletto per loro Re. Nel resto, credi tu, che se l’Inferno fosse fatto per noi avrebbe il Padre mandato dal Cielo in terra sino il suo Figliuolo Divino per liberarcene a costo di tanto sangue? Fu fatto solo per gli Angeli a lui ribelli : paratus est diabolo, et Angelis ejus. E però tu vedi, che a questi dopo il peccato non fu conceduto rimedio di sorte alcuna come fu conceduto a noi. Che confusione sarà per tanto Pit tua, se tu perdi quel Regno, ch’è per te fatto, e vai gettato in quel fuoco, che non è fatto per te, ma fatto per li diavoli, tuoi nemiei? « Frater fui draconurn, et socius struthionum. — Divenni fratello dei dragoni, e compagno degli struzzi » (Giobbe 30, 29).

IV.

Considera come Cristo chiamerà prima al Regno gli eletti, con dir Venite; e dipoi scaccerà i reprobi al fuoco, e dirà Discedite. E ciò per tre capi. Il primo per dimostrar quanto egli ama più di beneficar, che di nuocere: « Nunquid voluntatis meae est mors impii? dicit Dominus. — Voglio io forse la morte dell’empio? dice il Signore » (Ezechiele 18, 23). E questo capo riguarda la bontà del Giudice. Il secondo per consolar tanto più presto gli eletti, e per onorarli alla presenza di que’ loro avversari, che in terra, o gli strapazzarono, o gli spregiarono : « Qui humiliatus fuerit, erit in gloria. — Chi fu umiliato, sarà in gloria » (Giobbe 22, 29). E questo capo riguarda la dignità di coloro che stanno alla destra. Il terzo per cruciar tanto più fieramente i reprobi, e per farli alla vista di quella gloria, e di quella gio’a con cui gli eletti udiranno la lor sentenza, crepar d’invidia : « Peccator videbit, et irascetur: dentibus suis fremei, et tabescet. — Vedralla il peccatore, e avranne sdegno; digrignerà i denti, e si consumerà » (Salmo 112, 10). E questo capo riguarda la confusione di color che si trovano alla sinistra. Tu qui frattanto dà fra te stesso un’occhiata alle vie diverse che imprenderanno gli eletti all’alto, i reprobi al basso : « Ibunt hi in suppliciutn aeternum: Justi autem in vitam aeternam. — Andranno questi al supplizio eterno; i giusti poi alla vita eterna ». Se non che non val qui figurarsi vie. L’eterna separazione si farà tra sì vasto popolo in uno stante. Voleran gli eletti rapiti dall’amar, che gl’ innalza, a guisa di fiamme alla loro sfera; e in quel subito, con aprirsi la terra inghiottirà tutti i reprobi nel suo centro. Tanta è la forza, che avrà la voce di Cristo, nel dire agli uni, Venite, e agli altri Discedite.

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