La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

MARZO

XXIII. GIORNO

Differenza che passa tra ciò che da Dio e ciò che da il Secolo.

 

« Quicumque voluerit amicus esse saeculi hujus, inimicus Dei constituitur. — Chiunque vorrà essere amico di questo secolo, diventa nimico a Dio » (Lettera di Giacomo 4, 4).

 

I.

Considera, che secolo è una misura di ciò, che passa, e misura massima. Prima è l’ora, poi il giorno, poi la settimana, poi il mese, poi l’anno, poi viene il secolo. Però quel luogo, dove si attende a cercare i beni che passano, si è in progresso di tempo chiamato secolo, perchè questo è il più, che da veruno si godano tali beni: un secolo solo. Anzi chi si trova oggi mai, che li goda tanto? Un medesimo secolo te gli dà, un medesimo secolo te li toglie. Or mira un poco, se col solo suo nome non vien subito il secolo a screditarsi. Per contrario Dio che vuol dire? Il Signore del secolo, quel ch’è immortale, quel ch’è immutabile, quello che non soggiace a misura alcuna di tempo, perchè l’ha fatto, e così ancora lo domina: « Deus autem Rex noster ante saecula. — Dio poi prima de’ secoli è nostro Re » (Salmo 74, 12).

II.

Considera, che il secolo, ribellatosi al suo Signore, pretende di poter nel tuo cuore più di lui stesso : e benchè alla fine egli non ti possa offerire se non que’ beni, che egli ha, cioè beni che passano, e che come tali si chiamano temporali, si chiamano transitori; contuttociò si confida, che tu gli debba aderire più che a Dio medesimo, il quale ti promette beni simili a sè, cioè beni eterni. A te dunque sta di risolvere. Figurati pure, che il secolo da una parte, e che Dio dall’altra facciano a gara per guadagnarti. Il secolo ti promette piaceri, ti promette ricchezze, ti promette onori, che sono tutti i suoi beni, ma te gli promette sol quanto puoi qui durare: te gli promette in un secolo, poi non v’entra: se starai male nell’altra vita, tuo danno. Iddio vuol darti beni ancora maggiori infinitamente, ma non nel secolo; te gli vuol dare di poi, nell’eternità. A qual de’ due ti par però ragionevole di accostarti?

III.

Considera, che parrebbe impossibile star dubbioso, se non si vedessero tanti, che aderiscono al secolo più che a Dio; mercè che i più degli uomini vivono da animali. Mirano assai al presente, poco al futuro. Sii tu vero uomo, e però mira al futuro più che al presente. Eccoti innanzi due strade; quella per la quale ti vuole condurre il secolo, e quella per la quale vorrebbe condurti Iddio. Non v’entrare a chiusi occhi, guardale prima. «Via peccantium (questa è la strada del secolo, perchè è la strada dei più) Via peccantium complanata lapidibus — La via de’ peccatori è lastricata di pietre piane ». Oh che bella strada, tutta lastricata di pietre anche risplendenti, tutta piana, tutta piacevole! Non ti alletta ad andar per essa? Ma va pure innanzi, e vedrai: « Et in fine illorum — E al loro termine »? Or questo è il male, finiscono quanto prima le belle pietre, e poi che verrà? « Et in fine illorum inferi, et tenebrae, et poenae. — E al lor termine v’è l’inferno, sono le tenebre e i tormenti » (Ecclesiastico o Siracide 21, 11). « Inferi — l’inferno » a’ superbi, lasciatisi sollevare dall’ ambizione: « Tenebrae — le tenebre » agli avari, lasciatisi abbarbagliare dall’interesse: « Poenae — i tormenti » agl’impuri, lasciatisi lusingare dalla libidine. Al contrario rimira la via di Dio, cioè quella via, che si tiene fuori del secolo. Non ti nego, ch’ella al principio non ti paia stretta: vivere in purità, vivere in povertà, vivere in una soggezione continua: « Arcta via est — Stretta è la via »: ma sai poi dove ti conduce? « ducit ad vitam — conduce alla vita ». Che dici dunque? a quale delle due strade vuoi tu tenerti? a quella del secolo, oppur a quella di Dio? Finisci omai di risolvere: ma in quest’ atto ricordati prima bene, che « quicumque voluerit amicus esse saeculi hujus, inimicus Dei constituitur — chiunque vorrà essere amico di questo secolo, diventa nimico a Dio ».

IV.

Considera, che non dice, che chiunque vorrà restar nel secolo, sarà nimico di Dio; ma chiunque vorrà esser amico del secolo: Quicumque voluerit amicus esse saeculi hujus. Perchè a dire il vero potresti restar nel secolo, e non essergli amico, cioè non andare per la sua strada: andar piuttosto per la strada contraria, per quella de’ Religiosi; conciossiachè non è la vera Religione ristretta a Monte veruno nè di Alvernia, nè di Camaldoli, nè di Cassino, nè di Grenoble. La può chi vuole trovare nel cuore del secolo, purchè se ne tenga illibato: « Religio munda apud Deum, et Patrem haec est, immaculatum se custodire ab hoc saeculo. — Religione pura nel cospetto di Dio Padre è questa; il mantenersi illibato da questo secolo » (Lettera di Giacomo 1, 27). Ma a te dà cuore di poter giungere a tanto? Se fosse facile, come tu forse ti credi, non sarebbe ita la Religione a fuggire fin su que’ Monti, che pure han tanto di orrore. E’ difficilissimo, che tu stii nel secolo, e che tuttavia non diventi amico di esso. E come tu gli diventi amico, è finita: sei già nimico di Dio: Quicumque voluerit amicus esse saeculi hujus, inimicus Dei constituitur. E par a te poco male, se non fosse altro, star sempre a rischio d’ incorrere una sì orribile inimicizia? Quanto fai per sottrarti all’inimicizia di un Principe, di un Cavaliere, di un Cittadino, di un uomo simile a te? E per campare dall’inimicizia di Dio non vuoi pigliare un partito ancorchè penoso alla tua sensualità? Nota bene, che contrarre l’amicizia col secolo, e contrarre l’inimicizia con Dio, è tutt’una cosa : non v’è niente di mezzo: « Quicumque voluerit amicus esse saeculi hujus, inimicus Dei non constituetur, no, constituitur — Chiunque vorrà esser amico di questo secolo, nimico di Dio non diventerà, no, diventa ». E che vuol dire inimicus Dei constituitur, se non che diventa subito nimico a Dio, come chi gli è nimico già da gran tempo, cioè con una inimicizia ferma, forte, che non vien poi sì facilmente a cessare? « non fit inimicus Dei: constituitur — non si fa nemico di Dio, diventa ». Perchè come uno comincia di proposito ad apprezzare i beni presenti (che ciò vuol dire esser amico del secolo); quanto è difficile, ch’egli mai più invaghiscasi dei futuri! Vuoi tu dunque far saviamente? Abbandona il secolo, finchè lo puoi abbandonare, e va a menare il tuo secolo fuor del Secolo. Va dove paiati di poter vivere in terra, non solo bene, ma santamente: « In partes vade Saeculi sancti. — Entra in società col Secolo santo » (Ecclesiastico o Siracide 17, 25).

V.

Considera finalmente ciò, che hai da fare, se ti trovi a sorte in istato di non poter più in modo veruno fuggir dal secolo. Ch’hai da fare? Non ti si può dare altra legge che l’accennata: « Non ti conformare al secolo — Nolite conformari huic saeculo » (Lettera ai Romani 12, 2). Non ti conformar ne’ dettami, non ti conformar negli affetti, non ti conformar nelle azioni. Veggo ch’è difficile molto star nel secolo, e non si conformare col secolo. Ma che può farsi? Come tu vuoi conformartegli, subito gli vuoi essere amico, perchè questo vuol dire essere amico di uno, avere dettami simili, affetti simili, azioni simili. Non ti curar dunque di andar dove vanno i più: «Non sequéris turbam ad faciendum malum. — Non andar dietro alla turba per far il male » (Esodo 23, 2). Tratta con quei, che non sono amici del secolo, ama le Chiese, ama i Chiostri, ama quei luoghi, che sono al secolo avversi. In una parola non pigliar mai la regola di operare da quello, che si costuma di far nel secolo, pigliala dalla sola legge di Dio. Ma come mai potrai giungere a questo stesso? Col pensare spesso fra te, che cosa sono alla fine tutti que’ beni, che il secolo ti può dare, i suoi piaceri, le sue ricchezze, i suoi onori. Se pur sono beni, son al più lungo tutti beni di un secolo.

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