La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

FEBBRAIO

XXIII. GIORNO

Per esser coronato qual certame sia necessario.

 

« Qui certat in agone non coronatur, nisi legitime certaverit. — Colui che combatte nello steccato, non riporta corona, se non combatte legittimamente » (Seconda lettera a Timoteo 2, 5).

 

I.

Considera ciò, che da te ricerca il Signore per coronarti, ed è, che combatti contro i tuoi scorretti appetiti. Questo combattere ti darà finalmente la santità; perchè ella non consiste in molte orazioni vocali, in ratti, in rivelazioni, in limosine, in discipline, in digiuni, o in altre simili divozioni esteriori fatte a capriccio; consiste in una vittoria perfetta di se medesimo. L’altre cose, o sono mezzi per arrivare a questa vittoria, qualora vengano usate discretamente, o pur sono frutti di essa. Nel rimanente, che può valerti tutto questo bene esterno, che fai, se nell’interno hai sì vive le tue passioni, ti reputi più degli altri, gli censuri, gli critichi, ti perturbi ad ogni minima parolina; sei duro all’ubbidienza, sei dato alla vanità, e nelle opere ancor più spirituali cerchi te stesso, ch’è quanto dire, o la propria stima, o la propria soddisfazione? Questa non fu mai certamente la santità voluta da Cristo.

II.

Considera, che per essere coronato non basta nemmen combattere; bisogna combattere ancora legittimamente, cioè a dire, secondo S. Agostino, infaticabilmente, indefessamente, sinchè si seguita a stare nello steccato, giacchè tale appunto è chiamata la vita umana. Alcuni combattono, ma non sono coronati, perchè presto si stancano di combattere. Non bisogna mai gettar di mano la lancia. Se talor ricevi qualche rotta nella pazienza, torna di nuovo a combattere più che mai. Il Signor non ti dice, che tu trionfi de’ tuoi scorretti appetiti, sicchè nessuno più ardisca di risentirsi. Ti dice sol che combatti senza mai punto con veruno di essi trattar di pace: « Usque ad mortem certa pro justitia.— Sino a morte combatti per la giustizia » (Ecclesiastico o Siracide 4, 28).

III.

Considera, che ciò non ha da atterrirti. Perchè se tu vuoi contro de’ proprii appetiti combattere facilmente, questo medesimo è il modo, combattere del continuo. E ciò per parte loro, e per parte tua. Per parte loro: perchè se tu dai loro punto di tregua, prendono forza. Per parte tua, perchè queste battaglie spirituali sono molto contrarie alle materiali. In quelle, cioè nelle materiali, quanto più ti eserciti, più ti stanchi: in queste, cioè nelle spirituali, quanto più ti eserciti, più ti vieni a rinvigorire, mercè che più ti cresce sempre la grazia, che è l’unico tuo vigore.

IV.

Considera quali sieno quelle armi, colle quali hai da combattere, per non essere superato. Tre armi. La Diffidenza di te: La Confidenza in Dio: L’Orazione. La Diffidenza di te: perchè questa farà, che tu conosca il tuo niente, che non presumi, che non pericoli, che vadi considerato; e che qualora tu caschi, ti umilii, ma non t’inquieti, sapendo, che per te niente puoi. La Confidenza in Dio: perchè egli solo è, che può darti vittoria, e che brama dartela. Orazione; perchè questa farà, che tu ottenga il Divino aiuto. Ne’ giuochi Olimpici, chi metteva il premio a’ Lottatori, non dava ancora le forze. Sedeva Giudice della Lotta bensì, ma non si moveva a soccorrere, a sostenere, o a levare alcuno di terra. Stava qual semplice spettatore ozioso. Iddio non così. Ti promette la gloria, e ti dà la grazia; ma vuol che tu glie la chiegga continuamente.

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