FEBBRAIO
XXII. GIORNO
Falsità delle terrene lodi.
« Popule mens, qui te beatum dicunt, ipsi te decipiunt, et viam gressuum tuorum dissipant. — Popolo mio, quei che te dicon beato, t’ingannano, e rovinano la strada, che tu dei battere » (Isaia 3, 12).
I.
Considera dove alfin si riduce tutto quel bene, che può venirti dalla lode degli uomini. Possono dirti beato, ma non già farti; Beatum dicunt. Per verità tu sei tale, qual sei dinanzi al cospetto del tuo Signore. E se dinanzi a questo sei misero, sei meschino, sei poverissimo, che può giovarti, che tutto il mondo ti stimi così diverso? Oh che sciocchezza grande è la tua, mentre vai sì perduto dietro alla lode, cioè dietro alla vanità! Loditi ciascun quanto vuole: « Non potest adjicere ad staturam tuam — Non può aggiugnere alla tua statura », non. dico « cubitum — un cubito », ma neppur « digitum unum — un solo dito ».
II.
Considera, che coloro, i quali ti lodano, non solo non ti recano bene alcuno, ma ti fanno un male gravissimo; perchè primieramente ti tolgono il vero conoscimento di te medesimo, te decipiunt: ti fanno credere di essere quel che non sei. Non sai che « nihil est ab omni parte beatum — non v’ha persona quaggiù del tutto beata? » E pur costoro ti dicono, che sei tale: « beatum dicunt — ti dicon beato » ; ch’è quanto dire, ti coprono i tuoi difetti, gli scusano, gli sostengono, giungono talvolta a lodar in te qual virtù quello che dovrebbon riprendere come vizio. E nondimeno tu potrai tanto amare chi ti tradisce?
III.
Considera, che tolto, che questi ti hanno il conoscimento di te medesimo, tanto necessario ad ognuno, ti recano conseguentemente un altro gran male, ed è, che ti dissipano quella strada, fuor della quale non dovresti mai dare un passo: Viam gressuum tuorum dissipant. E qual è quella strada così stimabile? L’Umiltà. Questa è quella strada, per la qual Cristo, scendendo dal Cielo in Terra, camminò da Gigante sì generoso. Questa han calcata tanti Santi, tante Sante, tante anime a Dio più care; e questa conviene ancora a te di calcare, se brami di arrivare colà, dove questi giunsero. E nondimeno ecco ciò che ti fanno i tuoi lodatori. Non solamente ti guastano questa strada, sicchè non possi camminar più per essa speditamente; ma affatto te la rovinano, dissipant. Perchè, con fare, che tu concepisca alta stima di te medesimo, ti son cagione, che tu poi disprezzi il tuo prossimo, che non ne sopporti una minima paroletta, che ti risenti, che ti ricatti, che non sai nemmen sottometterti prontamente al tuo superiore, e che così non solamente non sii punto più umile, ma superbo. Oh che rovina indicibile!
IV.
Considera, con che forte risoluzione hai però questa volta da rinunziare a qualunque lode, che venir ti possa dagli uomini. Non operare mai punto per procacciartela; e qualor pur essa ti segua, non l’accettare; dì, che non le vuoi dare albergo nella tua mente, sprezzala, scacciala; diverti i ragionamenti, che a te la recano, come istigatori importuni; e finalmente avvezzati a voler solo nelle tue cose l’approvazione da quel Signore, che non solo può dirti beato, ma ancor può farti.