La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

FEBBRAIO

XVII. GIORNO

Operazioni del Cristiano a chi debbano indirizzarsi.

 

« Omne quodcumque facitis in verbo, aut in opere, omnia in Nomine Domini Jesu Christi, gratias agentes Deo, et Patri per ipsum. — Qualunque cosa o diciate o facciate, tutto sia nel Nome del Signor Gesù Cristo, rendendo per lui grazie a Dio e Padre » (Lettera ai Colossesi 3, 17).

 

I.

Considera, che chi dice tutto, non esclude niente. Tutto ciò che tu fai, non solo di pio, ma ancora d’ indifferente, tutto da te dev’essere indirizzato ad onor di Cristo; o indirizzato in abito, sicchè Cristo sia solo l’ultimo fine del tuo operare, e ciò è di precetto: o indirizzato anche in atto, e ciò è di consiglio. Ma questo importa, indirizzarlo anche in atto: questo è ciò che dovrà arricchirti di merito, perchè con questo cambierai il fango medesimo in sì bell’oro, che potrà dirsi di te ciò, ch’è scritto in Giobbe: « et glebae illius aurum — e le sue zolle sono oro » (Giobbe 28, 6). Quante fatiche già tu duri per altro, che non ti fruttano niente, perchè tu le ordini solo a tuo pro naturale? Sollevale tutte a Cristo, mangiando ancora fin al tuo debito segno, discorrendo, dormendo, pigliandoti le tue oneste ricreazioni, ma affine di mantenere un suo servo a Cristo: « Fortitudinem meam ad te custodiam. — Per te conserverò la mia fortezza » (Salmi 58, 10). Oh se sapessi che infelicità grande è la tua, mentre tu operi affin di piacere a te! Ti avvezzi a fomentar l’amor proprio, ch’è quella fiera pessima, che divora ogni ben che fai. Tanto ti vale tutto ciò che tu operi, quanto tu l’indirizzi ad onor divino. Sicchè a voler procedere saviamente, non hai nè anche da procurar la salute dell’istessa anima tua per quell’amor, anche retto, che porti a te; ma perchè Dio ti comanda, che la procuri. Tu non sei tuo, ma tutto di Dio medesimo; però non sei pianta grata, se non vuoi tutti i tuoi frutti donare a lui: «Omnia poma nova, et vetera, dilecte mi, servavi tibi. — Tutti i pomi, e i nuovi, e i vecchi a te, o mio diletto, gli ho serbati » (Cantico dei Cantici 7, 13). « Poma vetera — I pomi vecchi » sono le opere della natura, « poma nova — i pomi nuovi » le opere della grazia. Qualunque sieno, fa che egualmente si serbino tutte a Cristo, come a tuo diletto Signore.

II.

Considera, che quantunque sia sufficiente indirizzare queste opere tutte insieme al principio della giornata; è tuttavia molto meglio andarle tra ‘1 dì medesimo indirizzando di mano in mano. Non è facilissimo, che quella prima intenzione venga di poi divertita, o ancora distrutta, con alcun atto contrario? Ella è come una verghetta di fumo odoroso sì, che si leva al Cielo, ma che soggiace a ogni vento. Però rinuova questa intenzione fra ‘I dì, più spesso che puoi, giacchè coll’uso ti riuscirà agevolissimo. Questo ti farà fare, come t’insegna l’Apostolo, « omne — tutto » in universale, e poi « omnia — ogni cosa » in particolare in onor di Cristo: « in nomine Domini Jesu Christi — nel nome del Signor Gesù Cristo »; non solo « ad nomen — al nome », come chi opera in abito, ma ancora « in nomine — nel nome », come chi opera in atto.

III.

Considera, che come tutto devi offerire al Signore, così di tutto tu devi ancor ringraziarlo, perciocchè quello, che tu adesso offerisci, tutto è suo dono : sei fiume grato, ma fiume; riporti al Mare ciò, che dal Mare ti fu dato. Vedi però, come la Chiesa, ammaestrata da questo luogo dell’Apostolo Paolo, ha istituite due solenni orazioni da dirsi, l’una al principio d’ogni azion di rilievo, la qual si faccia per indirizzarla al Signore, e l’altra al fine per rendere a lui le grazie. Questo rendimento di grazie si dee poi propriamente formare a Dio, Deo, ch’è come la prima origine d’ogni bene, che a noi discende, e singolarmente a Dio Padre, et Patri, cioè « et praesertim Deo Patri — e principalmente a Dio Padre », il qual siccome ci ha dato tutto per mezzo di Gesù Cristo, così gode infinitamente, che di tutto anche per mezzo di Gesù Cristo lo ringraziamo. Ma non so come i più degli uomini paiono tanti animali, che se ne stiano tutto dì sotto una quercia a pascersi avidamente di quelle ghiande, che di là cascano in abbondanza sì grande, e neppur alzino gli occhi a rimirare una volta chi lor le dona, tanto è lungi, che lo ringrazino.

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