DICEMBRE
XX. GIORNO
Sopra la Generazione del Verbo nel sen di Maria.
« Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum: aperiatdi terra, et germinet Salvatorem.— Mandate, o Cieli, dall’alto la vostra rugiada, e le nubi piovano il Giusto: si apra la terra, e germogli il Salvatore » (Isaia 45, 8).
I.
Considera come quella beata terra, di cui si parla, altra qui non è, secondo la più vera lettera, che Maria: terra vergine, terra intatta, terra illibata, terra da cui senza opera d’ uomo fiorì quel divin germoglio, che tanto prima sospirato fu da Isaia, quand’egli esclamò: « Aperiatur terra, et germinet Salvatorem — S’apra la terra, e germogli il Salvatore ». Pòsto ciò, ti parrà subito strano, che qui si usi una simil formola. Perciocchè, se la terra, di cui si tratta, fu tanto illesa, che restò chiusa nel medesimo parto, quanto era innanzi; come si può dunque chiedere ch’ella s’apra? Aperiatur terra. Ma non osservi a chi doveva ell’aprirsi? Doveva aprirsi a chi ne poteva uscire con lasciarla illesa. Cessi dunque la maraviglia. La finestra si chiama aperta alla luce, quando rimosse le imposte, vi restano solamente le invetriate, benchè frattanto ella sia serrata, e all’acqua, e all’aria, e a tutti quegli animali, i quali intorno ad essa si aggirano per passarvi. E perchè chiamasi allor aperta alla luce? Perehè la luce tuttavia vi può penetrare. Però, mentre il Divin Verbo umanato potea penetrare il claustro virginal di Maria, come fa la luce il cristallo, senza oltraggiarlo : « Propter Sion non tacebo, donec egrediatur ut splendor Justus ejus — Per amor di Sionne io non tacerò, fino a tanto che il suo Giusto nasca come la luce del dì » (Isaia 62, 1) ; ben si potea dire, che quello per lui si aprisse, ognor che ne fosse uscito, sapendosi molto bene, come tuttociò che divien previo alle virtù di qualcuno, si dice aprirsegli. Nota però come il Profeta non chiede in primo luogo, che la terra germogli, ma che il Ciel piova : Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum: aperiatur terra et germinet Saivatorem: perchè prima hanno a venire dal Cielo gl’influssi propizii, ed appresso ha da dar la terra il suo frutto : « Dominus dabit benignitatem, et terra nostra dabit fructum suum. — Il Signore darà la sua benignità, e la nostra terra produrrà il suo frutto » (Salmo 85, 13). Il tuo cuore è terra serrata, non perchè sia terra vergine, ma perchè è sterile, perchè è secca, perchè non dà frutto alcuno di divozione. Vuoi però saper qual ne sia la ragion più vera? La ragion è, perchè non alzi quasi mai gli occhi al Cielo: « Oravit, et Cmlum dedit pluviam, et terra dedit fructum suum. — Pregò, e il Cielo diede la pioggia e la terra diede il suo frutto » (Lettera di Giacomo 5, 18).
II.
Considera come Cristo doveva essere da Maria generato per pura opera dello Spirito Santo, e però il Profeta qui esclama coi guardi all’ alto : « Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum —Mandate, o Cieli, dall’alto la vostra rugiada, e le nubi piovano il Giusto ». Invita egli lo Spirito Divinissimo a calar una volta nell’utero virginale, ed a fecondarlo, sicchè questo alla fine, qual terra eletta, dia quel felice germoglio, che ha da salvarci, il Verbo umanato. Che se vuoi qui sapere per qual ragione la generazione temporale di questo Verbo sia rassomigliata più alla rugiada, che a qualunque altra pioggia, è, perchè quanto portò più di salute, tanto nel suo venire egli fece anche men di strepito. Prima si scorse che Maria n’era incinta, di quello che se ne fosse potuto sapere il come : « Antequam convenirent, inventa est in Utero habens de Spiritu Sancto. — Si scoperse gravida di Spirito Santo, prima che stessero insieme » (Vangelo di Matteo 1, 18). Quindi è, che non tutti gli uomini al pari goderono i buoni effetti di tal rugiada. Anzi siccome da quella, che eadè sopra il velo di Gedeone, restò la prima notte bagnato il velo, ma non già l’aia d’intorno, e la seconda restò bagnata l’aia d’intorno, ma non già il velo; così dala venuta di Cristo trassero prima salute gl’Israeliti, restandone arido il rimanente del mondo, dipoi la trasse il rimanente del mondo, ma restarono aridi gl’Israeliti « Vobis portebat primum loqui verbum Dei, sed quoniam repellitis illud, etc. ecce convertimur ad Gentes. — A voi primamente doveva essere detta la parola di Dio; ma giacchè la rigettate, ecc. ecco che ci rivolgiamo alle Genti » (Atti degli Apostoli 13, 46). Tu rendi a Dio vive grazie, di ritrovarti dove questa rugiada è più scesa in copia; ma se da essa non cavi ancor alcun frutto, che segno è ciò? Segno è, che il cuor tuo non è di terra, è di pietra.
III.
Considera come Gesù è qui per antonomasia chiamato il Giusto : Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum, perchè a lui solo si può dare un tal nome. Ciascun Santo può dirsi Giusto perchè in chi è detto Giusto, si denota la Giustizia come accidentale: in chi è detto il Giusto, si denota come essenziale. Ed essenziale in niun altro fu la Giustizia, se non in Cristo, il quale è intitolato però la Giustizia stessa : « Factus et nobis Sapientia a Deo, et Justitia. — E’ da Dio stato fatto Sapienza per noi, e Giustizia » (Prima lettera ai Corinzi 1, 30). In tutti gli altri uomini la Giustizia fu accidentale, perchè potè essere in loro, e potè non essere: in Cristo fu essenziale, perchè in lui non potè non essere; e se negli altri è solamente per grazia, in lui è per natura. Vedi però quanto ben qui dice il Profeta : « Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum — Mandate, o Cieli, dall’alto la vostra rugiada, e le nubi piovano il Giusto », perchè sulla terra v’erano allor molti uomini giusti, ma non il Giusto. Il Giusto non poteva se non venirvi: « Occiderunt eos, qui praenuntiabant de adventu fusti. — Uccisero coloro, che predicevano la venuta del Giusto » (Atti degli Apostoli 7, 52). E venendovi, donde poteva egli venirvi, se non dal Cielo? Quindi è, ch’essendo in Cristo le due nature, umana, e Divina, quanto alla Divina disse specialmente il Profeta : « Rorate Coeli desuper, et nubes pluant Justum — Mandate, o Cieli, dall’alto la vostra rugiada, e le nubi piovano il Giusto », e quanto all’umana, « aperiatur terra, et germinet Salvatorem — s’apra la terra, e germogli il Salvatore » : perciocchè, se Cristo fu non solo Giusto, ma il Giusto, ciò ebbe egli dalla natura Divina, alla quale è essenziale la Santità, « Unus est bonus, Deus — Uno è buono, Iddio » (Vangelo di Matteo 19, 17), e se Cristo fu Salvatore, ciò ebbe non solo dalla Divina, ma dalla umana, la quale gli die’ di poter, come Capo nostro, trasfondere in noi la salute, nella maniera che aveva Adamo in noi, come Capo nostro, trasfusa la perdizione. Tu nell’accoglierlo qual Salvatore, di certo hai da riverirlo, da ringraziarlo, da amarlo. Ma nell’accoglierlo qual Giusto, non basta ciò : ti conviene ancora imitarlo. Anzi perchè non l’hai da imitare anche in quello di Salvatore, se tanto ti fia donato? Ma sta avvertito : perchè il vanto, il quale qui egli riporta in prima, è quello di Giusto, poi è quello di Salvatore. E tu pretendi prima questo, e poi quello?
IV.
Considera quanto grande sia la salute, che questo Salvatore viene a portarti. E’ tanto grande, quanto sono quei mali, da cui ti ha da liberare. Questi si riducono a due : di colpa, e di pena. Ma chi può dire quanti individui contengansi in tali specie pur troppo infauste? Tu pensali da te stesso, se ti dà cuore di poter mai giugner a fine. E pure da tutti questi un germoglio sì salutare dovrà salvarti : « Suscitabo eis germen nominatum —Farò nascere per essi il germe predetto », ch’è quanto dire, profetato per tanti secoli, « et non erunt ultra imminuti fame in terra — e non saran più consunti dalla fame nella loro terra », per la carestia d’ogni bene « neque portabunt filtra opprobrium gentium — e più non porteranno I’ obbrobrio delle nazioni » (Ezechiele 34, 29), per la moltiplicità d’ogni male. Mira però come questo gran Salvatore non è rassomigliato a un minerale sepolto giù nelle viscere della terra, ma ad un germoglio, il qual ne pullula fuori spontaneamente: Aperiatur terra, et germinet Salvatorem, perchè tu scorga, che tu non hai da affaticarti in trovarlo; ma ch’egli dovrà venire di sua buona voglia a ritrovar te : tanta è la brama, la qual egli ha di salvarti. Oh con quanta facilità puoi ‘tu da esso riportare ogni bene sol che tu ti appressi a riceverlo! Vedi con quanta facilità puoi tu raccogliere dalla terra un germoglio? Con tanta puoi dal sen di Maria raccogliere parimente il tuo Salvatore, se tu dolente ti accosti ad esso a manifestargli i tuoi mali, ed a supplicarlo divoto, che te ne liberi: « Terra dabit germen suum — La terra produrrà il suo germoglio », ch’è Gesù; « et erunt — e staranno », i suoi popoli « in terra sua absque timore — nella terra loro senza timore » dei nemici infernali; « et scient, quia ego Dominus, cum contrivero catenas jugi eorum — e conosceranno, ch’io sono il Signore, quando avrò spezzate le catene del giogo loro », qual è il peccato, « et eruero eos de manu imperantium sibi — e gli avrò sottratti al poter di coloro, che li dominavano » (Ezechiele 34, 27), quali sono gli appetiti scorretti.