La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

FEBBRAIO

II. GIORNO

La Festa della Purificazione.

La venuta del Signore è certa, perciò deve con costanza aspettarsi.

 

«Apparebit in finem, et non mentietur. Si moram fecerit, expecta illum, quia veniens veniet, et non tardabit. Apparirà alla fine, e non sarà menzognero. Se differirà, tu aspettalo; perocché colui che ha da venire verrà, e non tarderà » (Abacuc 2, 3).

I.

Considera, che la maggior difficoltà di chi serve a Dio, pare che finalmente riducasi tutta qui, al non diffidare mai di lui, nè tra le avversità, nè tra le aridità, nè tra quelle alte offuscazioni di mente, che ci fan credere, ch’egli già si sia totalmente da noi sottratto. Quando si gode la Divina presenza, è facile operar bene; diffìcilissimo, quando, per dir così, si resta allo scuro. Sta però certo (se a sorte ti ritruovi in tale stato) che il Signore ora pruova la tua costanza.

II.

Considera, che si richiede da te frattanto? Che tu lo aspetti. Non si dice, che tu gli esca incontro, che ti adoperi, che ti aggiri, andandone quasi in cerca; perchè ciò troppo mal può farsi all’oscuro. La Sposa stessa di notte penò a raggiugnerlo. Si dice solo, che tu almeno lo aspetti pazientemente: « Expecta illum — Aspettalo ». Che vuol dire aspettarlo?. Vuol dire, che non ti muova almen dal tuo posto: che seguiti a far come prima quelle medesime opere materiali, quelle Orazioni, quelle Confessioni, quelle Comunioni, quella lezione di libri spirituali, quelle penitenze pubbliche, quelle private, benché tu non vi abbi più pascolo. Oh di quanto merito è allora una tal fermezza! Questo è servir a Dio per Dio.

III.

Considera, che una tal fermezza vuol esser accompagnata da gran longanimità, perchè è facile averla, ma non a lungo. Però ancora in evento, che « moram fecerit — tardasse », « expecta illum — tu aspettalo ». Allor ci sembra, che il Signor tardi a tornare, quando ci par pure di fare le parti nostre, più che possiamo, bramandolo, supplicandolo, scongiurandolo, guardandoci di non dargli cagion veruna alla sottrazione di sè co’ nostri difetti, ed egli tuttavia non la toglie, con renderci, come suole la sua presenza. Non dubitare, che al fine la renderà, perchè l’ha promesso: « Apparebit in finem, et non mentietur. — Apparirà alla fine, e non sarà menzognero ».

IV.

Considera, che alle volte il Signore veramente apparisce fra queste tenebre, con far di sè di tratto in tratto tralucere qualche raggio. Ma tuttavia non vien anche perfettamente. Non ostante ciò non ti perdere mai di cuore, perchè alla fine non solamente « apparebit — apparirà », ma « veniens veniet — quegli che ha da venire verrà », e ti si darà a possedere, come oggi fece al Santo vecchio Simeone, che l’ebbe tra le sue braccia, lo palpò, lo accarezzò, lo abbracciò, lo potè ancora baciar sì teneramente. Ecco il premio grandissimo, che succede a chi aspettò con viva fede il Signore più lungo tempo: goderlo poi con maniera tanto più eccelsa, e tanto più dilettevole. Allora sì che si dice di vero cuore : « Laetati sumus pro diebus, quibus nos humiliasti; annis quibus vidimus mala. — Fummo consolati in proporzione de’ giorni ne’ quali tu ci affliggesti, e degli anni ne’ quali vedemmo miserie » (Salmo 89, 15). Guarda, che cosa è d’un’anima allora. Non le pare nè meno di aver patiti i mali trascorsi; le par di averli veduti.

V.

Considera, che quando ancora tu dovessi aspettare tutta la vita il Signore in cotesto stato di desolazione, di tristezza, di tedio, ch’è caso raro, contuttociò « non tardabit — non tarderà » : perchè se non altro te lo troverai presentissimo alla tua morte: « Apparebit in finem — Apparirà alla line ». Oh come allora ti svelerà la sua faccia, ti assisterà, ti aiuterà, ti farà conoscere ch’egli ti ha amato sempre assai più che non ti credevi ! Questa comunemente suol essere la mercede di chi ha servito fedelmente al Signore in tempo di sottrazioni ancora lunghissime; morire con una somma soavità, « in osculo Domini — nel bacio del Signore », e deporre in quel punto tutti gli scrupoli, le afflizioni, le angustie, le oscurità. Figurati però, che il Signore già stia venendo; che perciò egli nelle sacre Scritture è tanto frequentemente chiamato, Veniens. La morte già ti può es. sere vicinissima, già ti arriva, già ti assalisce. Quell’accidente, che forse ha da cagionartela, è già maturo. Che sarebbe dunque di te, se tu fra questo poco perdessi la tua costanza?

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