GENNAIO
XIV. GIORNO
Pericoli di cadere, ed a chi sovrastino.
«Qui se existimat stare, videat ne cadat. — Chi si crede di star in piedi, badi di non cadere»
(Prima Lettere ai Corinzi 10, 12).
I.
Considera, che non si dice, che chi sta, qui stat, vegga di non cadere; ma chi si crede di stare, qui se existimat stare: perché chi v’è, che per verità stia di modo, che non vacilli? Credi forse tu nel tuo stato di esser già sicuro? Oh quanto t’inganni! Ricordati di Lucifero, che cadè fin dal Cielo Empireo; ricordati di Sansone, ricordati di Salomone, ricordati del Re David, e non ti pensare, che le cadute sian solo dei principianti nella via del Signore, son anche de’ più provetti. Però disse l’Ecclesiastico, «serva timorem Domini, et in illo veterasce — Conserva il timor del Signore e in esso invecchia » perché questo timor santo non solo si deve aver nella gioventù, ma dee conservarsi fino all’estrema vecchiezza, ancor da coloro, che mai nella gioventù non sieno caduti. Egualmente tutti hanno sempre da star tremanti i penitenti, perchè caddero; gl’innocenti, perchè non abbiano da cadere : giacché egualmente l’Apostolo parla a tutti: «Qui se existimat stare, videat ne cadat.— Chi si crede di stare in piedi, badi di non cadere».
II.
Considera, ch’egli dice, ognuno «videat — badi bene»; e però bisogna, che tu stii sopra di te, e che con modo particolare miri un poco dove possa maggiormente consistere il tuo pericolo. Otto sono quelle cose, le quali egualmente conducono alla caduta, quattro intrinseche, quattro estrinseche, e tutte sono necessarie a sapersi per evitarle. Le intrinseche sono : I. La vista corta, com’è ne’ ciechi, che non sanno discernere ben la via: Caecus caeco etc. (Vangelo di Matteo 15, 14). E tal è in molti la negligenza di ben apprendere quello, che ha da operarsi. II. La debolezza com’è nelle donne, ne’ decrepiti, e ne’ bambini: «Ipsi infirmati sunt et ceciderunt. — Eglino stessi hanno inciampato, e sono caduti » (Salmo 27, 2). E tal è la tiepidezza in ben operare. III. La gravità della mole, che da se stessa suol tendere sempre al basso, com’è in coloro che sono assai corpulenti: «Qui altam facit domum suam, quaerit ruinam. — Chi molto alta fa la sua casa, va cercando rovine » (Proverbio 17, 16). E tal è l’alimento della carne superfluo. IV. La soverchia fidanza di non cadere, com’ è nei precipitosi, i quali cascano ancor nelle vie sicure: «Qui confidit in divitiis suis, corruet. — Colui che si affida alle sue ricchezze andrà per terra » (Proverbio 11, 28). E tal è la presunzion delle proprie forze. L’ estrinseche sono: I. La lubricità delle strade, com’è nel fango, dove dai men cauti si sdrucciola facilmente : «Via eorum erit quasi lubricum. — Il loro cammino sarà quasi sdrucciola strada» (Geremia 23, 12). E tal è la poca custodia dei proprii sensi. Il. La varietà degl’inciampi, degl’intoppi, e de’ lacci, che da per tutto s’ incontrano, com’è degli uccelli, che cadono nelle reti: «ipsi obligati sunt, et ceciderunt — ei furono presi nelle reti, e diedero per terra ». E tali sono le occasioni pericolose. III. La moltitudine di coloro, che giù ti spingono, com’è di quei portati giù dalla calca: « impellentur… et corruent — verranno spinti, e vi caderanno» (Geremia 23. 12). E questa è la forza delle suggestioni diaboliche, de’ cattivi consigli, de’ mali esempi. IV. Il soverchio peso, che tengasi sulle spalle, ch’è la caduta, da cui si pena a sorgere, com’è ne’ giumenti carichi, «gravabit eam iniquitas suas, et corruet, et non adjiciet ut resurgat — sarà a lei grave peso la sua iniquità, ed ella cadrà, nè potrà più rialzarsi » (Isaia 24,19). E tal è il peccato non detestato, che col suo peso tira all’altro peccato, e rende sempre più malagevole il rilevarsi. Or mira, quanti sono i pericoli di cadere, tra cui perpetuamente si vive, ed inorridisci.
III.
Considera, che (se tu vuoi non cadere nell’avvenire) a tutte queste cose, che son qui dette, bisogna, che tu provegga, di modo che, se non le puoi tutte togliere interamente, com’è dei peccati, almeno le sminuisca «Relinque peccata tua… et minue offendicula. — Abbandona i tuoi peccati… e diminuisci le occasioni di cadere » (Ecclesiastico o Siracide 17, 21, 22). Ma tuttavia potrai tu finire di assicurarti per te medesimo? No di certo. E però, se tu vuoi procedere con saviezza, hai da procacciarti due cose, scorta e sostegno. La scorta sarà un buon Padre spirituale, il quale ti dica: «Haec est via, ambulate in ea, et non declinetis neque ad dexteram, neque ad sinistram. — La strada è questa, per questa camminate, e non piegate nè a destra, nè a sinistra» (Isaia 30, 21). Perchè così verrai più facilmente a pigliare le vie sicure. Il sostegno sarà l’aiuto Divino, che devi chiedere con assidue orazioni, perchè così verrai parimente a campare da quei pericoli, che ognuno continuamente si porta seco. Senza ammendue queste cose, tu non puoi dare per la via del Signore nè pure un passo, che non sia di rischio gravissimo.