APRILE
XIV. GIORNO
Il Giovedì Santo
«Sciens Jesus quia venit bora ejus, ut transeat ex hoc mando ad Patrem, cum dilexisset suos qui erant in mundo, in finem dilexit eos. — Sapendo Gesù ch’era venuta l’ora ch’ei passasse da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi, ch’eran nel mondo, li amò fino all’estremo » (Vangelo di Giovanni 13, 1).
I.
Considera quanto intenso fu l’amore di Cristo verso de’ suoi. Fu un amor tale, che giunse a fare per loro gli ultimi sforzi. E però dovendo omai Cristo dipartirsi da’ suoi per andare al Padre, non volle un tale amor ch’egli lo eseguisce, se prima non ritrovava un modo ineffabile, da potere insieme partirsi, insieme restare. E questo fu coll’istituzion del Santissimo Sagramento. Ecco però qual sia la cagione, per cui principalmente qui dica l’Evangelista: « Sciens Jesus quia venit hora ejus, ut transeat ex hoc mundo ad Patrem, cum dilexisset suos, qui erant in mundo, in finem dilexit eos. — Sapendo Gesù ch’era venuta l’ora che ei passasse da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi, ch’eran nel mondo, li amò fino all’estremo », non sol perchè continuò ad amarli sino all’estremo, che ciò pur significa in finem, ma perchè gli amò, se così può dirsi, ancora all’ultimo segno, facendo per loro cose inaudite, incredibili, e superiori a quante mai sepper fingere sin le favole stesse in veruno amante. E tu ad un amore sì eccessivo non ti confondi? Di’: che hai tu mai specolato d’invenzioni, d’industrie, di novità, per non dipartirti da Cristo, mentr’egli n’ha trovata una sì prodigiosa, per non dipartirsi da te? Eppur osserva, chi sii tu, chi sia Cristo.
II.
Considera come poco sarebbe, che per amore intensissimo verso i suoi, avesse Cristo ìn andare al Padre trovato modo di rimanersi in questo misero mondo con loro, se non l’avesse ritrovato altresì di poterli poi trarre con sè presso il medesimo Padre. E però ecco perchè parimente si dica: « Sciens Jesus quia venit hora ejus, ut transeat ex hoc mundo ad Patrem, cum dilexisset suos, qui erant in mundo, in finem dilexit eos — Sapendo Gesù ch’era venuta l’ora ch’ei passasse da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi, ch’eran nel mondo, li amò fino all’estremo », perchè « dilexit — li amò » sino a far loro ottenere l’ultimo fine. E’ ver che ciò doveva a lui costare un diluvio di strazi, di scorni, di patimenti. Ma questa fu la gran forza dell’amor suo: non mirare a sè, benchè sì degno di stima, mirare a’ suoi: « Dilexit nos, et tradidit semetipsum pro nobis, oblationem, et hostiam Deo.— Ci amò e diede se stesso per noi oblazione, ed ostia » (Lettera agli Efesini 5, 2) : « oblationem — oblazione » per quello che fece in vita, « hostiam — ostia » per quello che patì in morte. Tu che sai per fede questo essere il fine tuo: andare da questo mondo a ritrovare il tuo Cristo, dov’egli se ne sta alla destra del Padre, come ti adoperi a conseguire un tal fine? Ah ben si scorge, o meschino, che nulla ti ami, se con pari sollecitudine non cerchi a qualunque costo di assicurarlo: Cupimus unumquemque vestrum eandem ostentare solicitudinem ad expletionem spei usque in finem (Lettera agli Ebrei 6, 11).
III.
Considera come l’amor degli uomini è un fuoco, il qual suol essere maggiore assai nei principio de’ suoi fervori, che nel progresso. Nel progresso, se non si spegne, almeno languisce. Non così fu quello di Cristo. Quello fu nel suo essere sempre eguale: se pur non vogliam dire che crebbe sempre, se non nel suo essere, almeno nel suo operare. E però vedi, come nell’ultimo indusse Cristo a far cose da sbalordire ogni mente. Prostrarsi ai piè di poveri pescatori, e loro ad uno ad uno lavarli, con voler fare in lor compagnia la sua cena estrema; dar ivi fin se medesimo loro in cibo, internarsi in loro, inviscerarsi in loro, e farsi quasi una medesima cosa con loro. Eppure, in tanto tempo non avea Cristo provata già l’infedeltà di coloro, per cui bene operava tanto? Basti dir, che sapea tra loro trovarsi chi allora allora conchiuso avea di tradirlo per pochi soldi. E nondimeno tuttociò non fu sufficiente a far che Cristo non seguitasse ad amarli, con segni di tenerezza ogni dì maggiori: « Cum dilexisset — Avendoli amati », non però stanco, o svogliato, vieppiù « dilexit — li amò ». Che dici tu, che tieni per impossibile seguitare ad amar chi non ti riama? Se però resti di beneficare il tuo prossimo, perchè egli è uno scortese, e uno sconoscente, sappi pur che pregiudichi di gran lunga più a te, che a lui. Egli lascia di aver quel bene, che gli faresti beneficandolo; tu lasci di esercitar la virtù più sublime, che in Dio risplenda, ch’è far bene ancora agl’ingrati: Solem suum oriri facit super bonos, et malos, et pluit super justos, et injustos (Vangelo di Matteo 5, 45).
IV.
Considera come appunto per dimostrare una tenerezza d’affetto sì prodigiosa verso i Discepoli, non ha qui Cristo voluto che fossero dall’Evangelista detti Discepoli, ma che anzi fossero, con più dolce vocabolo, detti i suoi: Cum dilexisset suos, qui erant in mundo, in finem dilexit eos. Tutti al pari gli uomini sono suoi, per ragion della Creazione, chi non lo sa? in propria venit, et sui eum non receperunt (Vangelo di Giovanni 1). Ma ad esser suoi per tal titolo, non concorrono gli uomini in modo alcuno: allor vi concorrono, quando eglino si fan suoi per dedicazione: alcuni per dedicazione più generale, qual’è quella di tutti i fedeli, che gli aderiscono; altri per dedicazione più particolare, qual’è quella di quei, che tra’ fedeli lo seguono più d’appresso, con l’adempimento perfetto de’ suoi consigli. Tali erano i suoi Discepoli, e in questo senso furono dall’Evangelista qui detti i suoi. Mira però s’egli era di lor geloso; perchè se per quegli stessi, ch’erano suoi senza verun loro previo concorrimento di volontà, egli dovea arrivar tra poco a morir su un tronco di Croce fra due ladroni; che non potevano adunque da lui promettersi quei, che non solo erano nati suoi, ma suoi s’erano fatti, e fatti nel miglior modo? Tu puoi esser di questi, e non te ne curi? Che bella cosa dire a Gesù, che vuoi essere tutto suo! Ma se tal vuoi essere, intendi bene quello che si ricerca, spirare uno stesso spirito: Si quis spiritum Christi non habet, hic non est ejus (Lettera ai Romani 8, 9).