La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GIUGNO

 

XII. GIORNO

Della fiducia che dee porsi in Dio.

 

« Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo, et ne innitaris prudentiae tuae: in omnibus viis tuis cogita illum, et ipse diriget gressus tuos.— Confida nel Signore con tutto il tuo cuore, nè ti appoggiare alla tua prudenza: in tutte le tue opere pensa a lui, ed egli dirigerà i tuoi passi » (Proverbio 3, 5).

 

I.

Considera, che mentre il Savio ti dice, che con tutto il tuo cuore confidi in Dio, non ti dice, che non ti valga ancor di quella prudenza, che Dio ti ha donata : Ne utaris prudentia tua; ti dice solo, che non ti appoggi sopra di essa, ne innitaris: anzi mentre ti dice, che non ti appoggi sopra di essa, già presuppone, che tu abbi a valertene. Altrimenti la tua non sarebbe più fiducia, sarebbe temerità. E a Dio egualmente dispiacciono gli uni e gli altri: i temerari, e i troppo prudenti; i temerari perchè pare, che vogliano obbligarlo, i troppo prudenti perchè pare, che sdegnino di restargli obbligati. Però « estote prudentes — siate prudenti », disse S. Pietro, ma che soggiunse? « et vigilate in orationibus — e vegliate nell’orazione ». Queste due cose sembrano assai disgiunte, la Prudenza, e l’Orazione; e pure del continuo si vogliono unire insieme. Se tu operi con prudenza, prevedendo, e provedendo a quello, che puoi, mostri che non pretendi di obbligare il Signore ad impiegar dei miracoli in tuo favore, come fa il temerario, allorchè « sine consilio — senza prudenza », per cagione di esempio, egli « exit ad praelium — esce in campo » (Primo libro dei Maccabei 5, 67). E se di più sei nel tempo stesso sollecito ad invocarlo, mostri che non isdegni di restargli obbligato, come fa il troppo prudente, che si dà a credere di non avere bisogno, se non di sè: manus nostra fecit haec omnia.

II.

Considera per qual ragione tu non ti hai da appoggiar su la tua prudenza: ne innitaris prudentiae tuae. Appunto per questo medesimo, perchè è tua, e conseguentemente è fallace, « baculus arundineus — sostegno di canna », non potendo tu prevedere tutti gli eventi, e quando ancor gli prevegga, non potendovi provedere. Però ch’ hai da fare? Hai da risolvere secondo ciò che la prudenza ti detta, cioè secondo ciò, che ti detta la ragion buona; ma poi non hai da quietarti sopra di essa, hai da ricorrere a Dia, ponendo tutta in lui la fiducia del buon evento: Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo. Questo è operare da saggio: non fidarsi di sé, del suo saper, del suo senno, del suo valore: fidarsi solo di Dio. « Benedictus vir, qui confidit in Domino.— Benedetto l’uomo, che confida nel Signore » (Geremia 17, 7).

III.

Considera, che il Savio non è contento, che tu speri in Dio: ma ricerca di più, che tu te ne fidi. Però dice: « Habe fiduciam in Domino — confida nel Signore », non dice « habe spem— spera ». Ogni fiducia è speranza : ma non ogni speranza è fiducia. La speranza dà luogo dentro il cuor suo a qualche timor del contrario a ciò ch’ella spera : la fiducia non gli dà luogo. E però la fiducia è speranza anch’essa bensì, ma speranza ferma, speranza forte; la quale fu ancora in Cristo, conforme a quello: « Ego ero fidens in eum. — Io avrò fiducia in lui » (Lettera agli Ebrei 2, 12). Laddove in Cristo a parlar propriamente, non fu speranza. E questa è quella, che il Savio pur brama in te. Vuol che ti fidi di Dio, moderando quella soverchia sollecitudine, in cui talvolta la prudenza degenera: Prudentiae tuae pone modum (Proverbio 23, 4). Hai paura ch’egli non prosperi le tue cose, s’è di tuo pro? A lui spetta il proteggerti, come suo, è potente a proteggerti, ed è pronto a proteggerti. Di che temi? « Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo. — Confida nel Signore con tutto il tuo cuore ». Sì « ex toto corde — con tutto il cuore ». Fa che la speranza occupi tutto il tuo cuore di tal maniera, che il timore non v’abbia più luogo alcuno, e così di speranza ch’ell’è, divenga fiducia.

IV.

Considera, che a cagion che Iddio ti protegga, come or si è detto, ricerca da te una cosa. Ed è che tu l’abbi vivo nella tua mente: « In omnibus viis tuis cogita illum — in tutte le tue azioni pensa a lui ». Hai da pensare, che t’ama, hai da pensar, che ti assiste, hai da pensar, che ti osserva; ma sopra tutto hai da rinnovare in ogni opera, che vai giornalmente facendo, l’intenzion retta di piacere in esse a lui solo; sicchè egli sia solo il fine, per cui vuoi farle. Però non dice « cogita de illo — pensa intorno a lui », ma dice « cogita illum — pensa a lui », perchè tu hai da proporti Dio come scopo del tuo operare, e così sempre tenere in lui fisso il guardo. Quando « in omnibus viis — in tutte le tue azioni » tu farai così, « cogitabis illum — penserai a lui », non temer di nulla, perchè egli poi sarà tenuto a dirigere ogni tuo passo: Ipse diriget gressus tuos. Sai tu che sieno quelle opere, che alla giornata tu vai facendo? è cosa da spaventarti : sono tante vie: vie, che ti possono o guidare a poco a poco all’Inferno, o guidare al Cielo : viae vitae, et viae mortis (Geremia 21, 8). Quanto gran bisogno hai tu dunque, che il tuo Signore « dirigat gressus tuos — diriga i tuoi passi », sicchè tu invece d’incamminarti al Cielo, non t’incammini impensatamente all’Inferno ! ma questo è l’unico modo di assicurarsi in sì gran pericolo : rinnovare ogni tratto l’intenzion retta, ricorrere a Dio, raccomandarsi a Dio, tenerlo sempre presente: cogitare illum. Chi fa così, stia pur certo di non perire.

V.

Considera, che a te sembra molto difficile di poter far tanto continuamente, « in omnibus viis — in tutte le tue opere », ed io ti concedo ancor, che ti sia difficile: ma sai donde nasce? Perchè « non habes fiduciam in Domino ex toto corde tuo — non confidi nel Signore con tutto il tuo cuore ». Che voglio significare? Habes fiduciam in Domino; ti fidi di Dio, ma non « ex toto corde — con tutto il cuore » : perchè non ti fidi unicamente di lui: ti fidi ancora di te, inniteris prudentiae tuae. Se tu capissi questa gran verità, che tu da te non puoi niente, ma che ogni momento con tutta la tua prudenza tu sei perduto, se Dio non ti dà la mano, e non t’indirizza; credi tu, che proveresti più tanta difficoltà di pensare ad esso, ancora in ogni momento? Quando tu vai di notte per vie straniere con un pericolo sommo di cadere ad ogni passo in un precipizio, hai tu forse veruna difficoltà di pensare anche per ogni passo alla Guida pratica del cammino, la quale ti scorge? Anzi tu hai difficoltà a non pensarvi, ancorchè tu viaggi tutta la notte. Così sarà quando tu penetri intimamente il bisogno, ch’hai del Signore in ogni tua via, ch’è quanto dire, in ogni opera, la qual può, quando meno te lo pensi, condurti alla perdizione. Ma tu ancora non penetri un tal bisogno, perchè ti fidi un poco ancora di te: inniteris prudentiae tuae. Sai d’aver contratto qualche abito in far del bene, e così ti fidi : ma quanto superbamente! Tutto questo abito, qualunque sia, ch’hai contratto con tutte le tue virtù, sieno infuse, sieno acquistate, non tolgono, che in ogni opera nuova, la qual tu fai, massimamente se ella è di qualche rilievo, tu non abbi bisogno di nuova Grazia. Convien, che il Signore con nuovo aiuto attuale concorra ad avvalorar la tua volontà: avvenendo a te, come a un piccolo bambinello, il qual per quanto sia stato già tutta l’ora precedente tenuto forte per mano dalla sua madre, non ha però punto minor bisogno di essere ancor tenuto nella seguente, mentr’egli da sè non può altro, che far cadute. E se tu penetri di aver di Dio necessità tanto grande ad ogni momento, come dunque è possibile, che ti basti invocarlo solo al principio della giornata, quasi che invocarlo più spesso ti sia difficile? Fa dunque ciò ch’io ti dico : Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo. Metti in Dio solo tutta la tua confidenza, con capir bene, che tu da te non puoi altro se non che tosto andartene in perdizione: « ne inniteris prudentiae tuae — non ti appoggiare alla tua prudenza », e poi ti prometto, che non avrai più tanta difficoltà di pensare ad esso, anche « in omnibus viis tuis — in tutte le tue opere ».

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