La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

SETTEMBRE

 

XI. GIORNO

In qual senso, o in qual maniera i Cristiani possano dirsi figli del diavolo.

« Vos ex Padre Diabolo estis, et desideria Patris vestri vultis facere. — Voi avete per Padre il Diavolo, e volete adempiere i desideri di vostro Padre » (Vangelo di Giovanni 8, 44).

 

I.

Considera come in quattro modi usa dirsi ch’uno sia figliuolo di un altro, tuttochè non ne sia generato immediatamente. Il primo per natura; e secondo questo gloriavansi già gli Ebrei di aver essi un Abramo per loro Padre: « Pater noster Abraham est. — Il Padre nostro è Abramo » (Vangelo di Giovanni 8, 39). Né a ciò Cristo si oppose, ma sol soggiunse: « Si Abrahae filii estis, Abralux opera facite. — Se siete figliuoli d’Abramo, fate le opere d’Abramo ». Il secondo è per adozione: e in questo senso, nell’ ordine naturale, Mosè ricusò d’esser figliuolo della figliuola di Faraone, la quale se lo avea adottato: Negavit se esse filium filiae Pharaonis (Lettera agli Ebrei 11, 24). E nell’ordine soprannaturale tutti i Giusti sono detti per verità figliuoli di Dio : « Praedestinavit nos in adoptionem filiorum per Jesum Christum. — Ci predestinò all’adozione de’ figliuoli per Gesù Cristo » (Lettera agli Efesini 1, 5). Il terzo è per dottrina : e questo intese, quando disse l’Apostolo ai suoi Corinti : « Non ut confundam vos haec scribo, sed ut filios meos charissimos moneo — Non per farvi arrossire io vi scrivo queste cose, ma come miei figliuoli carissimi vi ammonisco » (Prima lettera ai Corinzi 4, 14), perchè esso gli avea ridotti alla fè di Cristo. Il quarto è per imitazione; e conforme a ciò disse anche l’istesso Apostolo agli Efesini : « Estote ergo imitatores Dei, sicut filii charissimi. — Siate adunque imitatori di Dio, come figliuoli carissimi » (Lettera agli Efesini 5, 1). E vi aggiunse charissimi, perchè la rassomiglianza è quella comunemente, la qual rende i figliuoli più cari al padre. Mentre però nel detto, ch’io ti propongo da meditare, dice Cristo agli Ebrei perversi, ed in essi a tutti anche i poveri peccatori, ch’essi han per padre il diavolo, non intende affermar di loro, che conseguentemente sian eglino figliuoli del diavolo per natura, o per adozione, che sono le due prime maniere di figliuolanza, ma bensì per dottrina, e per imitazione, che sono le due seconde. Perciocchè il demonio è quegli, che loro dà l’ammaestrazione più fina al male, e la norma; ed essi, guai rei figliuoli, sono pronti ad apprendere l’una e l’altra. Quando però ad orrore dei peccatori, non si potesse dir loro per verità altro improperio, che questo ; « Vos ex Patre Diabolo estis — Voi avete per Padre il Diavolo », quanto sarebbe ! Uno ch’abbia il boia per padre, non può comparire in un consesso di cittadini onorati senza rossore. E tu senza rossore ardisci di comparire fra tanti servi di Dio, mentre hai per padre il diavolo? Ah, ben si scorge, che non conosci la infamità di tuo padre !

II.

Considera come i peccatori, per dimostrarsi veri figliuoli del diavolo, procurano di conformarsegli quanto possono in ogni cosa. E però dice Cristo : « Vos ex Patre Diabolo estis, et desideria Patris vestri vultis facere — Voi avete per Padre il Diavolo, e volete adempire i desiderii di vostro Padre ». Non solo « opera — le opere », che sarebbe pure stato assai, m.a « desideria — i desiderii » : tanto i peccatori si studiano di rassomigliare il lor padre, non solo nell’esterno, ma nell’interno. E da ciò avviene, che spesso, non potendo i malvagi peccar con l’opera, si aiutano di peccar almeno col cuore. E così sfogansi in desiderii carnali, in odii, in rabbie, in rancori, in malignità, che non hanno fine. Benchè il Signore volle forse in ciò intendere un’altra cosa. Perchè, se osservi, non disse « desideria Patris vestri vultis habere — volete avere i desiderii di vostro Padre », ma « vultis facere — volete adempire ». E perchè disse così? Per inferire, che figliuoli sì rei si aiutano di avanzare anche il loro padre. Perciocchè dove il demonio non può giugnere a fare del male al mondo se non che solamente col desiderio, suppliscono essi con porlo in esecuzione. Quante zizzanie vorrebbe il demonio seminar nel genere umano, s’egli potesse! quanti ammazzamenti compire! quanti assassinamenti commettere! quante oscenità propagare fin dentro i Chiostri, e i Chiostri ancora più chiusi! Ma l’infelice non può, perchè Dio gli ha legate le mani a tanto. E però quivi, dove le forze del padre non posson giugnere, sottentrano i suoi figliuoli, « et faciunt desideria Patris sui — e adempiscono i desideri di suo Padre », con porre in opera quella seminazion di zizzanie da lui bramata, quegli ammazzamenti, quegli assassinamenti, quegli atti d’impurità, a cui il demonio nemmen talvolta ardirebbe di avvilire il suo spirito, per l’eccesso di quella deformità, che rimira in essi. Nè creder già, che a fare così gran male, sian dal demonio questi suoi tristi figliuoli tirati a forza. No certamente. Lo fanno di loro libera volontà. Che però Cristo non disse: « Desideria Patris vestri facitis — Adempite i desideri di vostro Padre », ma « vultis facere — volete adempire ». Perchè la loro volontà propria è quella che a ciò gl’induce. E che dànno essi con questo istesso a conoscere, se non che la fan veramente da quei che sono? La fanno, nel loro genere, da figliuoli, tanto più infami, quanto più volontari. Ti puoi però figurare figliuoli al mondo, che sian peggiori di questi ch’io ti ho descritti? Or che sarebbe, se tu medesimo fossi appunto un di loro?

III.

Considera quanto sia meglio, se così è, abbandonare un padre sì abbominevole, e cambiarlo in uno onorato, anzi onoratissimo : mentre siccome, perchè tu impari dal diavolo il male, e perchè lo imiti, sei figliuolo del diavolo : così se volessi imparare piuttosto il bene da Dio, e se volessi imitarlo, diverresti ad un tratto figliuol di Dio : « Dedit eis potestatem filios Dei fieri. — Diede loro potere di diventar figliuoli di Dio ». Anzi qui si aggiugne di più, che se tu diverrai figliuolo di Dio nelle due maniere ora dette, diverrai di vantaggio ancora in un’altra, ch’è quella dell’adozione (giacchè quella di natura è stata unicamente serbata a Cristo) e per questa adozione così beata sarai sublimato a segno, che possederai quella grazia medesima, e quella gloria, la quale è propria del Figliuol suo naturale : « Si filii, et haeredes, haeredes quidem Dei, cohaeredes autem Christi. — Se figliuoli, (siamo) anche eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo » (Lettera ai Romani 8, 17). Non sarebbe però una somma sciocchezza, se tu ricusassi di essere annoverato tra’ figliuoli di Dio, per rimanerti tra quei, che son del diavolo? E pure questo tu fai qualunque volta non vuoi lasciare il peccato. « Ecce nationem filiorum tuorum reprobavi. — Ecco che io riprovai la nazione de’ tuoi figliuoli » (Salmo 73, 15). Così appunto in tal caso tu dici a Dio. Gli dici, che non vuoi essere suo figliuolo, per restarti figliuolo, non già di un boia, che presso Dio non cagiona ignominia alcuna, ma di un suo traditore, di un ribelle, di un rinnegato, di uno, ch’egli ha mandato in perpetuo bando dalla sua faccia, come reo di lesa maestà. E non pare a te che sia questa una sfacciataggine la più enorme, che si possa usare ad un Dio? Che se non ti muove bastantemente il rispetto, che devi a lui, ti muova unito ad esso il tuo danno proprio. E però pensa un poco alla differenza, che sarà al dì del Giudizio tra quei, che quivi compariranno guai figliuoli di Dio, e quei che vi compariranno quai figliuoli esecrabili del diavolo ! « Nos insensati — Noi insensati », dovranno dir questi miseri, al veder quelli, « vitam illorum aestimabamus insaniam — giudicavamo stoltezza la loro vita », perchè ambivano i patimenti, perchè anelavano al disprezzo di sè; « et finem illorum sine honore  ed il loro fine disonorato », perchè spesso ottenevano un tal disprezzo da loro eletto. Ma adesso, oh che differenza! « Ecce quomodo computati sunt inter filios Dei — Ecco come eglino sono contati tra i figliuoli di Dio », con cui però dovranno starsi unitamente a godere per tutti i secoli : « et inter sanctos sors illorum est — ed hanno parte co’ Santi » (Sapienza 5, 4, 5). Pensa a questo, e vedrai se ti torna conto di volere essere tra’ figliuoli del diavolo, mentre puoi essere tra’ figliuoli di Dio. Sai come son chiamati altresì nelle Divine Scritture questi figliuoli miseri del diavolo, di cui qui ragioniamo? Sono chiamati : « Filii gehennae. — Figliuoli dell’inferno ». « Facitis eum filiuin gehennae duplo quam vos. — Lo rendete figliuolo dell’inferno il doppio di voi » (Vangelo di Matteo 23, 15). Il che non altro significa, se non che anch’essi sono alla fine destinati a goder quell’eredità, la quale godesi negli abissi il lor padre.

Archivio delle meditazioni