La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GIUGNO

 

XI. GIORNO

Qual obbligo corrasi di spesso rammentar la Misericordia di un Dio fatto per noi mallevadore.

 

« Gratiam fidejussoris ne obliviscaris, dedit enim pro te animam suam. — Non ti dimenticare della grazia del tuo mallevadore, poichè egli diede per te la sua vita » (Ecclesiastico o Siracide 29, 19).

 

I.

Considera, che questo amorevolissimo mallevadore, di cui qui parlasi, per con sentimento comune di tutti gl’interpreti, e più devoti, e più dotti, altri non è se non Gesù tuo Signore. Se non era egli, che sarebbe ora di te? Saresti perduto in eterno. Egli vedendo l’ impotenza, che avevi a soddisfare, con rigor di giustizia, a quegli alti debiti, che tenevi accesi con Dio, sottentrò cortese a pagarli, ed a pagarli con uno sborso sì ampio di umiliazioni, di sudori, di sangue, qual già tu sai. Però se in cuore ritieni più verun senso di umanità, se non sei fiera, se non sei furia, se non sei qualcun di quei mostri, che sulla Terra talor trasmette Lucifero in forma umana, sei supplicato a non volergli più essere sconoscente. Capisci tu che benefizio fu questo? Se tutti gli Angeli insieme, i Principati, le Podestà, i più nobili Serafini fossero scesi sulla Terra a vestirsi di carne umana, a patire, penare, a morir per te, non potevano soddisfare condegnamente alle tue partite: perchè ogni culto ch’essi rendessero a Dio, ogni onore, ogni ossequio era inferiore di lunga mano a un’offesa quantunque minima di tante che tu gli hai fatte; tu, dico, verme vilissimo della Terra. Ci voleva a ciò un personaggio troppo maggiore, cioè un personaggio di dignità pari a lui, qual è Gesù Cristo. E però questi presentatosi innanzi al suo caro Padre, si degnò di entrare mallevadore per te affine di sostenere il tuo precipizio, finchè venuta la pienezza dei tempi, ch’era, se così vogliam dire, il termine perentorio da Dio prescrittosi al pagamento, per te medesimo uscisse ancor pagatore. Come mallevadore lo riconobbe l’Apostolo, ove affermò, che « Novi testamenti sponsor factus est Jesus. — Gesù è divenuto mallevadore del nuovo Testamento » (Lettera agli Ebrei 7, 22). E come pagatore lo riconobbe il Re Davidde, dove disse: « Omnes gentes servient ei, quia liberabit pauperem a potente, pauperem, cui non erat adjutor. —Tutte le genti serviranno a lui, perchè egli redimerà il povero dal possente, il povero, che non avea aiuto » (Salmo 72, 11, 12).

II.

Considera, che il Signore non era punto tenuto a un benefizio sì splendido, qual è questo, che si è compiaciuto di usarti : « Oblatus est quia ipse voluit. — E’ stato offerto, perchè egli ha voluto » (Isaia 53, 7), che però un tal benefizio è chiamato grazia; mercecchè fu un benefizio grazioso, un benefizio gratuito : com’è di sua natura ogni sicurtà: « Gratiam fidejussoris ne obliviscaris. — Non ti dimenticare della grazia del tuo mallevadore ». Anzi quando mai ritroverai, chi su la terra abbia fatta una sicurtà somigliante a quella di Cristo? Giuda bramoso di recar seco Beniamino in Egitto fe’ sicurtà, non ha dubbio, a Giacob suo Padre di ricondurlo, e di renderlo, dicendo con gran coraggio : « Ego suscipio puerum: de manu mea require illum: risi reduxero, et reddidero eum tibi, ero peccati reus in te omni tempore. — Io entro mallevadore pel fanciullo: fammene render conto: se nol riconduco, e noi rendo a te, sarò sempre reo di peccato contro di te » (Genesi 43, 9). Ma perchè la fece? perchè stimò certo di non dover soggiacere a quelle imprecazioni funeste, che da sè si era addossate, non adempiendola. E così tutti coloro, i quali entrano mallevadori a pro di un amico, lo fanno, perchè confidano, che l’amico debba industriarsi, debba ingegnarsi a pagar più ch’egli può, o perchè almeno poi sperano di rifarsi, ond’è, che più pretendono di prestare, che di pagare. S’entrando mallevadori, sapesser certo di dover uscir pagatori, non entrerebbero. Ma Cristo allora, che accollossi i tuoi debiti, sapea certo, che a lui sarebbe toccato ancor di pagarli, perchè promettea per un debitor poverissimo, infermo, inetto, incapace di mai fargli ragione alcuna de’ suoi danni: e nondimeno non dubitò di accollarseli, « sponsor factus — fatto mallevadore », anche a favor d’un ingrato, non che d’un povero. E non pare a te, che ciò davvero sia stata una pura grazia? E come dunque tu puoi giungere fino a dimenticartene? Gratiam fidejussoris ne obliviscaris.

III.

Considera, che come mai non è stato sopra la terra un mallevadore simile a Cristo, così molto meno v’è mai stato alcun simile pagatore. Perchè dove troverai, che uno, costretto a pagare una sicurtà, dia più di quello ch’egli è tenuto a pagare? Anzi ciascuno procura di risparmiare più ch’egli possa: « Solidi vix reddit dimidium. — Appena rende la metà del debito ». (Ecclesiastico o Siracide 29, 7); laddove Cristo pagò con soprabbondanza ancora infinita: Copiosa apud eum redemptio. Perchè già sai, che a soddisfare i rigori della Giustizia, bastava, che egli per te presentasse una supplica; bastava, ch’egli per te porgesse un sospiro, tanto era eccessivo il valore di qualunque sua benchè minima operazione. E pur egli affine di guadagnarti anche più l’amor di suo Padre, affine di ammaestrarti, affine di animarti, affine di agevolarti la strada della salute, fece uno sborso sì esimio, che fe’ stimarsi non liberale, ma prodigo: « Ubi abundavit delictum, superabundavit et gratia. — Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia » (Lettera ai Romani 5, 20). E non pare a te di essere davvero tenuto di corrispondere a così gran pagatore? Non altro manca, se non che re. puti di essergli meno obbligato, perchè egli ha per te fatto assai più d’ogni obbligazione. Ma ciò sarà l’ingratitudine somma.

IV.

Considera come abbi da diportarti per corrispondere a chi sei tenuto di tanto. Hai da far ciò, che deve far appunto ogni povero debitore, a favor di cui qualche ricco amico abbia fatta una sicurtà, anzi ancor pagatala. Hai prima da riconoscere il benefizio, da pensarvi, da parlarne, da renderne vive grazie; dipoi dal tuo nulla hai da procurare di spremere tanto, per dir così, d’interessi, che vaglia in qualche modo a contraccambiare il gran capitale, che sborsò Cristo, per te nell’istesso genere. Sicchè se Cristo sborsò per te un mar di lagrime, di sudori, di sangue, tu per lui ne voglia versare almeno una stilla: se tollerò tante ingiustizie sì orrende, tu voglia almeno soffrire un picciol discapito : se tollerò tante infamie sì obbrobriose, tu voglia almeno soffrire una piccola derisione: se arrivò a morire ancora per te su un tronco di Croce, tu voglia, non dirò morire per lui, che di tanto tu non sei degno, ma almeno vivere a lui : Anima mea illi vivet; vivere per dargli gusto, viver per dargli gloria, vivere per cercar in quel misero modo, che ti è permesso dalla tua povertà, di non apparirgli un ingrato. Ed è possibile, che tu talvolta gli contenda interessi anche sì leggieri? Anzi piaccia a Dio, che tu non sia di coloro, che gli hanno rivoltate affatto le spalle. Così va: « Repromissorem fugit peccator, et immundus. — Il peccatore e l’immondo fugge il suo mallevadore » (Ecclesiastico o Siracide 29, 20). « Peccator — Il peccatore », colui, ch’è carico di peccati spirituali, d’invidia, di ambizione, di avarizia, di presunzione, « et immundus —l’immondo », colui, ch’è carico di peccati carnali, « fugit repromìssorem — fugge il suo mallevadore », sdegna di vedere la faccia di quel Signore ch’è morto in Croce per lui per non avere a ricordarsi di quanto gli è debitore. Non sia mai vero che tu proceda così. Anzi non passi mai giorno, che di proposito tu non ti metta per qualche poco a mirare il tuo Crocifisso, affin di moverti almeno a non oltraggiarlo : « Gratiam fidejussoris ne obliviscaris, dedit enim pro te animam suam. — Non ti dimenticare della grazia del tuo mallevadore, poichè diede per te la sua vita ».

V.

Considera quanta ragione hai di fare ciò, che ti è chiesto : mentre la sicurtà, che Cristo ha fatta per te non è già stata una sicurtà comunale. Gli altri comunemente non altro fanno, che sicurtà di danaro, e così pagandola, che cosa danno alla fine? « dant pecuniam — danno danaro ». Non così Cristo. Cristo fe’ sicurtà di tutto se stesso, e così pagandola, « dedit animam suam — diede la sua vita », e « dedit — diede » in poter di crudi nemici : Dedi dilectam animam meam in manu inimicorum ejus (Geremia 12, 7). Però da questo medesimo puoi dedurre, che Cristo è quel singolare mallevadore, di cui qui trattasi ancora letteralmente; perchè egli è quegli, « qui dedit animam suam redemptionem pro multis — che diede la sua vita in redenzione per molti », come parla l’Evangelista (Vangelo di Matteo 20, 28), o pure « pro omnibus — per tutti », come favella l’Apostolo (Prima lettera a Timoteo 2, 6). « Pro multis — Per molti », se riguardasi alla efficacia : « pro omnibus —per tutti », se si riguarda alla sufficienza. Vero è, che tu a cavar quel profitto, che si conviene, hai da considerare questo benefizio, ch’è fatto a tutti, non come sì generale, ma come particolare, ma come proprio : che però dice il Savio : « Gratiam fidejussoris ne obliviscaris, dedit enim pro te animam suam. — Non ti dimenticare della grazia del tuo mallevadore, poichè egli diede per te la sua vita ». Non dice nè « pro omnibus — per tutti », nè « pro multis — per molti », dice « pro te — per te »; perchè nel vero Cristo è morto per te di maniera tale, che per te sarebbe anche morto, se non ci fosse altri stato a salvar, che te: « Dilexit me, et tradidit semetipsum pro me. — Mi amò, e diede se stesso per me » (Lettera ai Galati 2, 20). Se dunque vuoi, che la rimembranza di questo benefizio ti sia non solo più gioconda, ma più giovevole, mettiti a ponderare, che « dedit animam suam redemptionem pro te — diede la sua vita in redenzione per te ».: o pro voglia dire in cambio, o pro voglia dire per cagione, « Dedit pro te — Diede per te », se vuoi che ciò significhi in luogo tuo. E così pensa, che a te sarebbe di ragione toccato patir quel tanto, che patì Cristo per te, che a te tutti dovevansi quei flagelli scaricati sopra di lui, a te quelle percosse, a te quelle piaghe, a te quelle ritorte così penose, a te quelle spine, a te quegli scorni, a te quegli sputi, a te quegli stiramenti, a te quegli schiaffi, a te quei chiodi sì acuti, che lo trafissero. Sicchè tu sei obbligato di corrispondergli, come se non avesse patiti tutti quei mali in cambio di verun altro, che di te solo: Dedit enim pro te animam suam. Che se pro te vuoi che significhi ancora per amor tuo, così fu appunto; Dedit pro te: perchè pretese, e di sgravar te da’ peccati, e di salvar te dalle pene, che specialmente si appartenevano a te. V’era forse per te Città di rifugio, come ai poveri debitori, dove andare a ricorrere, dove andare a ricoverarti, se Cristo non aprivasi il suo costato? No, che non v’era; dovevi andare infallibilmente dannato ad eterna carcere, anzi ad eterne fornaci, ad eterne fiamme, dovevi andare all’Inferno. Sicché tu sei obbligato di corrispondergli, come se non avesse arrecati tutti questi beni, ora detti, se non a te, perchè veramente applicò per te tutto il frutto della sua dolorosa passione, come se solo tu fossi nato al Mondo. E poi sarai tanto ingrato, che non gli corrisponda in riguardo di quei mali, che si addossò, quando « dedit animam suam pro te — diede per te la sua vita », se ciò vuol dire in tuo cambio; nè gli corrisponda in riguardo di quei beni, che t’ha recati, quando « dedit animam suam pro te — diede per te la sua vita », se ciò vuol dire per tuo amore? E pur dell’uno e dell’altro può dubitarsi ancor altamente, perché « bona Repromissoris sibi adscribit peccator, et ingratus sensu derelinquit liberantem se. — Il peccatore attribuisce a se stesso i beni del suo mallevadore, ed ingrato di cuore abbandona chi lo ha liberato » (Ecclesiastico o Siracide 29, 22). « Derelinquit liberantem se —Abbandona chi lo ha liberato », mentre non pensa a quei mali, che il suo pagatore addossossi per salvar lui, « et bona repromissoris sibi adscribit — e attribuisce a se stesso i beni del suo mallevadore », mentre non teme di ascrivere ancora a sè quegli istessi beni, che il suo mallevadore gli cagionò. E non sai tu, che se operi di presente nulla di pio, tutto lo devi a Gesù? E come dunque può essere, che talora te ne compiaccia, anzi te ne gonfi ancor, te ne glorii, come se fosse tuo merito ciò, che tutto fu dono suo? Gratiam fidejussoris ne obliviscaris. Non ti dimenticare, che è mera grazia di Cristo se già fai punto di bene, perché egli « dedit pro te animam suam — diede pèr te la sua vita », sostenendo tutti quei mali, che a te dovevansi.

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