OTTOBRE
I. GIORNO
Quanto apprezzabili siano le Divine Scritture per la salvezza.
« Habemus firmiorem propheticum sermonem, cui bene facitis attendentes, quasi lucernae lucenti in caliginoso loco, donec dies elucescat, et lucifer oriatur in cordibus vestris. — Abbiamo più fermo il parlare de’ profeti, a cui fate bene in prestandovi attenzione, come ad una lucerna, che risplende in luogo caliginoso, finchè spunti il giorno, e la stella del mattino nasca ne’ vostri cuori » (Seconda lettera di Pietro 1, 19).
I.
Considera quanto gran rivelazion fosse quella, di cui San Pietro fu degno già di godere di sopra il Taborre, allora che in compagnia di quei due beati fratelli, Giovanni e Giacomo rimirò la gloria di Cristo nostro Signore trasfigurato. E contuttociò, più di detta rivelazione, egli a’ fedeli volle mostrar di apprezzar le Scritture Sacre; giacchè con termini di preferir queste a quella, egli disse qui : « Habemus firmiorem propheticum sermonem. — Abbiamo più fermo il parlare de’ profeti ». Disse « firmiorem — più fermo », non perchè quella rivelazione ancor ella non fosse ferma, quanto ogni verità, la quale sia di fede : ma perchè noi non dobbiamo far conto di ciò che vediamo in qualunque rivelazione, per alta, ch’ella si sia, se non in quanto non è ella discorde da ciò, che udiamo dalle Divine Scritture, da cui quelle ricevono sicurezza, non in sè, ma rispetto noi. E però Cristo dispose con can mistero, che nella sua Trasfigurazione apparissero a lui congiunti Mosè ed Elia; per insinuarci che dai libri della Legge, significatici per Mosè, e dai libri de’ Profeti, significatici per Elia, ogni rivelazione dee ricevere uniforme testimonianza, affinchè sia valida. Impara tu da questo a formare delle Scritture Divine quella stima che si conviene, e ad anteporle a quell’estasi, a quelle dolcezze, e a quelle delizie, a que’ doni, per cui ti sembra nell’ orazione di aver poggiato sulle cime già del Taborre. Che ti dice il tuo spirito? Di veder Cristo svelato nella sua gloria, quando tu ti metti ad orare, e di potere ancora tu esclamare ornai con San Pietro : « Domine, bonum est nos hic esse. — Signore, ella è buona cosa per noi lo star qui »? (Vangelo di Matteo 17, 4). Non gli hai da credere, se non vedi con Cristo Mosè ed Elia : cioè, se quanto tu vedi non si conforma a tutto ciò, che dalle Divine Scritture, o ci viene imposto con le loro determinazioni, o ci viene insegnato co’ loro dogmi : tanto un tale udire è più fermo di un tale vedere! Habemus firmiorem propheticum sermonem.
II.
Considera come queste Scritture furono da S. Pietro rassomigliate ad una lucerna, la quale risplenda in un luogo caliginoso : lucernae lucenti in caliginoso loco. Non dice tenebroso, ma dice caliginoso; perchè dove una lucerna risplende, non vi son tenebre, ma nemmeno v’è luce chiara : e così avviene tra noi. Gli infedeli, che non godono tal lucerna, sono in tenebre d’ignoranza ancor palpabili: Gentes ambulant in vanitate sensus sui, tenebris obscuratum habentes intellectum, alienati a vita Dei per ignorantiam, quae est in illis. — Camminano le Nazioni nella vanità de’ loro pensamenti, avendo l’ intelletto ottenebrato, sono aliene dal viver secondo Dio per la ignoranza che è in loro » (Lettera agli Efesini 4, 18). Noi soli non siamo in tenebre: Vos autem, fratres, non estis in tenebris (Prima lettera ai Tessalonicesi 5, 4). Ma se non siamo in tenebre, siamo in caligine, in caliginoso loco; perchè abbiamo lume sì, ma sol di lucerna, la qual non può dileguarci affatto le tenebre dalla mente, per quanto ce le diradi: togliendoci bene le Divine Scritture quella ignoranza di prava disposizione, la qual è propria di chi tiene il falso per vero, come accade tra gl’infedeli; ma non togliendoci al pari quella ignoranza di semplice negazione, la quale è proprià di chi sa il vero sì bene, ma solo in parte, com’ è di noi, nunc ex parte cognoscimus; mentre di qua sappiamo un nulla di Dio, rispetto a quello che ne sapremo di là, quando alla lucerna dovrà succeder il Sole: « Cum venerit quod perfectum est, evacuabitur quod ex parte est. — Venuto che sia quello che è perfetto, sarà rimosso quello che è imperfetto » (Prima lettera ai Corinzi 13, 10). E questa è la prima ragione per cui la Sacra Scrittura è detta lucerna, perchè non può dileguarci affatto le tenebre dalla mente: « Digne eum invenire non possumus. — Noi non siam degni di raggiungerlo » (Giobbe 37, 23). Se non che, non è detta lucerna per questo solo. E’ detta lucerna, per dinotarci, che si dee sempre tener pronta alla mano dovunque vadasi, affinchè ella c’illumini ad ogni passo : « Lucerna pedibus meis verbum tuum. — Lucerna a’ miei passi ell’è la tua parola » (Salmo 119, 105). Ed è detta lucerna per accennarci di più, che se vogliamo, ch’ella c’illumini bene, dobbiamo andare con riverenza grandissima dietro ad essa, aderendo ai suoi veri sensi, e non dobbiamo mai farcela venir dietro con interpretazioni o strane, o stravolte : « Prophetia Scripturae propria interpretatione non fit. — La profezia della Scrittura non si fa per privata interpretazione » (Seconda lettera di Pietro 1, 20). Disponti dal tuo canto a prezzare l’inestimabile benefizio, che Dio ti ha fatto a darti in tanta caligine una lucerna sì bella, che t’indirizzi in qualunque affare; e vergognati di te stesso, se vai solamente cercando lume dagli scrittori profani, dai politici, dai poeti, come se fossi un di que’ fanciulli perduti dietro le lucciole; e non lo cerchi mai da questa lucerna sì sacrosanta, ch’è la lucerna infallibile, e indeficiente, che sola ha Dio collocata sul candelliere : « Lucerna super candelabrum sanctum. — Lucerna sul candelliere santo » (Ecclesiastico o Siracide 26, 22).
III.
Considera come gli antichi fedeli non mai quasi levavano i loro occhi da questa benedetta lucerna, tanto erano sempre intenti a meditare le Scritture Divine, a rileggerle, a riscontrarle, ad approfittarsene. Quindi vedi, che qui l’Apostolo non ebbe punto necessità di esortarli a sì bello studio, ma solamente opportunità di lodarneli, tanto già lo usavano attenti : «Habemus firmiorem propheticum sermonem cui bene facitis attendentes, quasi lucerne lucenti in caliginoso loco. — Abbiamo più fermo il parlare de’ profeti, a cui fate bene in prestandovi attenzione, come ad una lucerna, che risplende in luogo caliginoso ». E mentre l’Apostolo dice qui a’ suoi Discepoli, « bene facitis — fate bene », vi saranno poi direttori del tutto opposti, che ai loro piuttosto dicano, « male facitis — fate male »? Nota però qual frattanto debba essere l’attenzione, che si conviene alle Scritture Divine : quella che hassi per grotte caliginose ad una lucerna, che sola ci fa la guida: quasi lucernae lucenti in caliginoso loco. Oh! come ognuno tien gli occhi fissi ad una lucerna simile, quando egli va per vie tetre, per vie terribili, a grave rischio di perdersi ad ogni passo. Così dobbiamo far noi. « Splendebat lucerna ejus super caput meum, et ad lumen ejus ambulabam in tenebris. — Il suo lume risplendeva sulla mia testa, e tra le tenebre io camminava guidato dalla sua luce » (Giobbe 29, 3). Se pur la similitudine non è tratta dai naviganti, i quali camminando di notte folta, mai non rimuovono i guardi da quella lucerna altissima, che sola .fa veder loro da lungi il porto. E tal è ancora per noi la Scrittura Sacra.
IV.
Considera come questa attenzione a lucerna di tanto pro, non dev’essere solo di poco tempo, come concedono alcuni, ma di tutta la vita, « donec dies elucescat — finché spunti il giorno » ; cioè dev’esser fino che alla notte di questo secolo succeda finalmente per noi quel beato giorno che solo merita fra tutti il nome di giorno, perchè sarà giorno chiaro : « Donec dies elucescat, et lucifer oriatur in cordibus vestris. — Finchè spunti il giorno, e la stella del mattino nasca ne’ vostri cuori ». Questo nome « lucifer —stella del mattino » è capace di doppio significato : può significare quella stella, che porta la luce « in spe — in isperanza », e può significare la stella, che porta la luce « in re — in realtà ». Che qui s’intenda del secondo lucifero, forse più ancor, che del primo, par cosa assai verisimile; non solo perchè v’è un’altra versione, che è la Siriaca, la qual in espressi termini legge: Donec sol oriatur in cordibus vestris — Finchè il sole nasca ne’ vostri cuori » ; ma ancor perchè, se si favellasse qui del primo lucifero, par che dovrebbesi forse dire: « Donec lucifer oriatur in cordibus vestris, et dies elucescat — Finchè la stella del mattino nasca ne’ vostri cuori, e spunti il giorno », anzi che dire : « Donec dies elucescat, et lucifer oriatur in cordibus vestris —Finchè spunti il giorno, e la stella del mattino nasca ne’ vostri cuori »; perchè prima sorge la stella dinunziatrice del giorno, e poi spunta il giorno, e non prima spunta il giorno, e poi sorge la stella dinunziatrice del medesimo giorno. Si aggiugne che la lucerna non si lascia di adoperare a quel primo lucifero, il qual porta la luce « in spe — in isperanza »; perché a quell’ora domina tuttavia notte fosca; si lascia di adoperar a quel secondo lucifero, il qual porta la. luce « in re — in realtà ». « Non extinguetur in notte lucerna ejus. — La sua lucerna non si spegne la natte » (Proverbio 31, 18). E tu frattanto vedi fin a che tempo abbi da durare a tener gli occhi attentissimi alla lucerna, cioè a quel lume che porgono i Libri Sacri? fin che tu non ti parta da questo mondo. « Donec dies elucescat — Finchè spunti il giorno »; perché fin a tanto che sarai qui, non potrà mai venir giorno per te, o almen giorno chiaro. E però è vero, che dandoti di proposito all’orazione, ed arrivando in essa a gradi anche altissimi di contemplazioni, di elevazioni, di estasi, di visioni, sorgerà per te qualche fosforo, apportator di luce, dentro il cuor tuo : ma sempre sarà quello, che arrecati il giorno « in spe — isperanza », non maí sarà quello che arrechiti il giorno « in re — in realtà » : sarà stella, non. sarà Sole. E chi è, che non istimisi bisognoso più di lucerna, perchè è comparsa la stella, che non porta mai giorno chiaro con esso sè, ma solo il promette? Bisogna aspettar il Sole. E tal per te sarà la visione beatifica, alla cui comparsa cesserà la lucerna, o se non cesserà, non darà più luce: lux lucernae non lucebit amplius. E tu a sì bel Sole non sai sospirare ancora con tutto lo spirito? Oh che Sol sarà quello, il qual non dovrà illuminarti solo al di fuori, come fa il Sol materiale, ma nel più intimo ancora di tutto te! che però non dice: « donec dies elucescat, et lucifer oriatur cordibus vestris — finchè spunti il giorno, e la stella del mattino nasca a’ vostri cuori », ma « in cordibus vestris — ne’ vostri cuori ». Sarà un Sole, che farà te divenir quasi un altro Sole simile a quel che vedrai. « Scimus quoniam cum apparuerit similes ei erimus, quoniam videbimus eum sicuti est. — Sappiamo che quando egli apparirà, sarem simili a lui: perchè lo vedremo qual egli è » (Prima lettera di Giovanni 3, 2).