MAGGIO
I. GIORNO
Ss. Filippo e Giacomo Apostoli.
Dell’amore che Cristo portò agli Apostoli e quanto siano stati distinti dagli antichi Padri.
« En Domini tui Coelum est, et Coelum C0eli, Terra, et omnia quae in ea sunt; et tamen Patribus tuis conglutinatus est Dominus, et amavit eos. — Ecco del Signore Dio tuo è il Cielo, e il Ciel del Cielo, la Terra, e tutte le cose che sono in essa; e nondimeno co’ Padri tuoi si legò il Signore, e li amò » (Deuteronomio 10, 14).
I.
Considera quanto sia bello il Firmamento ch’ è quel Cielo, il qual tu vagheggi fregiato di tante Stelle: Coelum; anzi quanto più bello del Firmamento sia ancor l’Empireo, ch’è il Ciel del Cielo: Coelum Coeli. Che se diffidi di poter col pensiero volar tant’alto, scorri a mirare quel gran paese, dove abiti, ch’è la Terra, con quanto in essa puoi fingerti di fecondo, di soave, di salubre, di ricco, di vezzoso, di vago, di prodigioso: Terra, et omnia quae in ea sunt: tutto è di Dio: Domini Dei tui est. Egli formò tuttociò, nè con altra forza, che della sua semplicissima volontà: Anima ejus quodcumque voluit hoc fecit. E conseguentemente tu scorgi chiaro, che non ha bisogno di niente. Come formò questo Mondo con una voce, così potrebbe formarne altri innumerabili: Alia multa similia praesto sunt ei (Giobbe 23, 14). E contuttociò, et tamen (qui sta tutta la maraviglia) et tamen questo Dio medesimo è giunto non solamente ad innamorarsi degli uomini, ma ad innamorarsene di maniera, che legò con essi un’amicizia la somma, che dir si possa: et tamen Patribus tuis conglutinatus est Dominus, et amavit eos. Guarda che stretta lega fu quella, ch’egli già tenne con un Abramo, con un Giacobbe, con un Giuseppe, e con altri di quei sì celebri Patriarchi ! Non parea propriamente, che conversasse con loro da amico, non da Signore? Però qui dice Mosè, che a quei Patriarchi « conglutinatus est Dominus — si legò il Signore », perchè gli amò, come si ama l’anima propria, ch’è ciò, che devi tu sottintendere a quelle parole, « et amavit eos — e li amò », che succedono appresso: secondo ciò che altrove la Scrittura dice di Gionata: « Anima Jonatae conglutinata est animae David, el dilexit eum. — L’anima di Gionata si unì all’ anima di Davidde, e l’amò » (Primo libro dei Re 18, 1); come? « quasi animam suam — come l’anima propria ». Ma forse il Signore non volle, che allor Mosè vi ponesse una tale aggiunta, per non dir meno del vero : conciossiachè dovea tra alcun giro di Secoli venir tempo, in cui morendo il Signore sopra la Croce, farebbe noto di amare que’ Patriarchi non solamente a par dell’anima propria, ma molto più, mentre la donava per essi. Frattanto quelle parole, « et amavit eos — e li amò », restarono quasi mozze, perchè non si potea in que’ tempi finir di aggiungervi tuttociò, che sappiamo adesso, quando « ille animam suam pro nobis posuit — egli diede per noi l’anima sua ». Ma s’è così, non ti lasciar dunque atterrir dalla tua bassezza, perchè quantunque sii misero, sii meschino, ciò non rileva. Il Signore ti ama non per bisogno veruno, che di te abbia; ma perchè a ciò solo lo spinge la sua bontà. E però digli ancora tu con fiducia, che per questo medesimo ti assicuri, ch’egli si degni di essere ancora tuo, perchè non ha bisogno di te: « Deus meus es tu, quoniam bonorum meorum non eges. — Tu sei il mio Dio, e non hai bisogno de’ beni miei » (Salmo 16, 2).
II.
Considera, che questi Santissimi Patriarchi pur ora detti, sono stati i Patriarchi del testamento vecchio. Del testamento nuovo sono stati Padri gli Apostoli, succeduti a quei Patriarchi: « Pro Patribus tuis nati sunt tibi filii. — In luogo de’ Padri tuoi sono nati a te de’ figliuoli ». Ma questi figliuoli sono stati tanto maggiori di quei lor Padri, quanto il testamento nuovo è maggior del vecchio. Però se a quelli il Signore « conglutinatus est, et amavit eos — si legò, e li amò » nella forma ch’hai già veduta; giudica tu che venne a fare con questi? Quelli rispetto a questi sono detti servi; questi rispetto a quelli sono detti amici: « Jam non dicam vos servos, sed amicos. — Non vi chiamerò già più servi, ma amici » (Vangelo di Giovanni 15). E però a questi, e non a quelli è toccato di essere ancora i Principi della Terra: Constitues eos Principes super omnem terram (Salmo 45, 17). Non puoi finir mai d’ intendere pienamente quanta sia l’eccellenza de’ Santi Apostoli. Non solo trapassa quella di tutti i Santi, che spettano al testamento vecchio; ma ancora di quelli, che appartengono al nuovo perchè se negli altri Santi abbondò la grazia divina, in essi soprabbondò: « Gratificavit nos in dilecto Filio suo secundum divitias gratiae ejus, quae superabundavit in nobis. — Ci ha renduti accetti nel diletto suo Figlio mediante le ricchezze della sua grazia, la quale ha soprabbondato in noi » (Lettera agli Efesini 1, 6). E così può esser vero, ch’altri Santi abbiano sofferti per Dio più atroci martirii di alcun di loro, patita maggior povertà, fatte maggiori penitenze; ma la misura del merito non si toglie dalla rigidezza dell’opere, si toglie dall’ affetto dell’operante: e questo negli Apostoli fu più intenso, che in qualunque altro Santo; sicchè come incontravano animosamente per Dio tanti patimenti, che loro succedevano in giornata; così ne avrebbono accettati ancora più, e più, secondo il bisogno: « Quis nos separabit a Charitate Christi? — Chi ci separerà dalla Carità di Cristo? » (Lettera ai Romani 8, 35). Nè dite che un amore egualmente intenso può aver regnato nel cuore ancor di altri: perchè non era in poter loro di averlo, se Dio colla sua grazia non lo donava. E questa grazia, la quale si dona a misura: « Unicuique nostrum data est gratia secundum mensuram donationis Christi. —A ciascuno di noi è stata data la grazia a misura del dono di Cristo »: a nessuno (salvo la Vergine, e come si ha per probabile, anche il suo Sposo) a nessuno, dico, è stata data maggiore, che ai Santi Apostoli, i quali dovevano essere come dodici pietre fondamentali, su cui si tenesse la Chiesa: « Deus posuit primum quidem Apostolos — Dio ha costituiti in primo luogo gli Apostoli ». Però come nella grazia, così furono anch’essi privilegiati negli altri doni, nella sapienza, nella pietà, nella prudenza, nella fortezza, e così nel resto, perchè di loro sta scritto, ch’essi ebbero le primizie dello Spirito Santo: Nos ipsi primitias spiritus habentes (Lettera ai Romani 8). E ben tu sai, che le primizie sono altresì le più pingui, le più pregiate sostanze, che renda il campo: « Sanctus Israel, Domino primitiae frugum ejus. — Israele è consacrato al Signore, egli è suo frutto primaticcio ». E però di queste tenne anche Cristo la cura in persona propria, non le fidò a verun altro; per adempire ciò, che Dio disse ad Aron Sommo Sacerdote: « Ecce dedi tibi custodiam primitiarum mearum. — Ecco che io ho dato a te in custodia le mie primizie ». Torna pertanto a conchiudere se il Signore « conglutinatus est illis, et amavit eos — si legò con essi, e li amò ». Basti dire, che se pur non è errore espresso, almeno, come insegnaci S. Tommaso, è temerità asserir, che a veruno degli altri Santi si sia congiunto più strettamente, che ad essi. Onde laddove non è quanto agli altri lecito il disputare, qual tra loro si debba stimar maggiore: Quis eorum videatur esse major, perchè « Spirituum ponderator est Dominus. — Il Signore pesa gli Spiriti » (Proverbio 16): non solamente è lecito, ma dovuto anteporre a tutti liberamente gli Apostoli: « Pro patribus tuis nati sunt tibi constitues eos principes super omnem Terram. — In luogo de’ Padri tuoi sono nati a te de’ figliuoli, tu li costituirai principi sopra tutta la Terra ».
III.
Considera, se ciò è vero, quanto sia il torto, che questi Principi eccelsi nella Chiesa ricevono da più d’uno, e forse ancora da te, mentre sì poco ti curi di conoscere il loro merito, di onorare la loro memoria, d’invocare il loro nome. Se altro non ti muove ad amarli, muovati il sommo amore, che Cristo ad essi portò. E qual è l’ordine più perfetto, che tenga la carità? Ama più quegli, ch’ella conosce più essere cari a Dio. Questo è l’ordine, che tiene in Cielo, e questo è l’ordine, che dovrebbe ancora tenere sopra la Terra. Ma quali sono questi più cari a Dio, se non quei medesimi, i quali forse sono a te i meno cari? I gloriosi Apostoli: « Patribus tuis conglutinatus est Dominus, et amavit eos. — Co’ tuoi Padri si legò il Signore, e li amò ». Figurati, che si dica, « et amavit eos — e li amò », senz’aggiunger altro, ch’esprime il termine proprio di un tal amore, perchè gli amò senza termine. Ma tu non hai questa regola per misura dell’amor tuo. L’amor tuo tutto è interessato; e però prendi di mano in mano a corteggiare i servi del tuo Signore, secondo la podestà, che di mano in mano dimostrano di far grazie, più divoto a coloro, da cui le speri, che grato a quei medesimi da cui, prima ancora che nascessi, le ricevesti. Pare a te dunque d’esser poco obbligato a questi incliti Personaggi, alla cui dottrina, alle cui fatiche, ai cui fatti, alle cui provvide leggi tu devi più, che a qualunque altro de’ Santi la tua salute? Ti basti di risaper, ch’essi furono i Padri tuoi: « Patribus tuis conglutinatus est Dominus. — Co’ tuoi Padri si legò il Signore »: e però a questi con simil lega congiungiti ancora tu; tanto più, che se furono i Padri tuoi, Patres tui, troppo mal ti diporti verso di essi, se non gli ami con un amore non solamente apprezzativo, ma tenero, qual è quello, che debbono avere a’ Padri tutti i figliuoli, se non vogliono esser sconoscenti. Beato te, se questi pur da Padri corrispondendoti t’impetreranno da Dio, che voglia unirsi anche teco con una lega, se non eguale alla loro, almeno simigliante!