FEBBRAIO
I. GIORNO
S. Ignazio Martire.
Gloria che proviene dalla Croce.
« Mihi absit gloriari, nisi in Cruce Domini nostri Jesu Christi, per quem mihi Mundus crucifixus est, et ego Mundo.— Lungi da me il gloriarmi in altro, che nella Croce del Signor nostro Gesù Cristo, per cui il Mondo è a me crocifisso, e io al mondo » (Lettera ai Galati 6, 14).
I.
Considera con quanta risoluzione esclami l’Apostolo di non volere in altro gloriarsi, che nella Croce del suo Signore: Mihi absit gloriari, nisi in Cruce Domini nostri Jesu Christi. E non poteva egli giustamente gloriarsi nella sapienza del suo Signore medesimo, giacché tanta ne avea partecipata; gloriarsi nella pietà, gloriarsi nella potenza, gloriarsi nell’autorità sovrumana di far miracoli? Certo che sì. E pure solo volle gloriarsi nella Croce, che pure era l’obbrobrio del Mondo. Oh te beato, se un dì sapessi parimente apprezzare sì bella gloria! Ma tu che fai? tu sei contento al più di gloriarti della Croce di Cristo, non ti vuoi gloriar nella Croce. Ti glorii della Croce di Cristo, perchè ti glorii di essere Cristiano, e così qual seguace di un Crocifisso inalberi la sua Croce sui tuoi stendardi, l’adori, Tacciami, la esalti. Ma non però ti vuoi gloriar nella Croce; perchè non curi di starvi su confitto, come vi rimiri star Cristo. Deh comincia a poter fu ancora esclamare con verità: «Mihi absit gloriari, nisi in Cruce — Lungi da me il gloriarmi in altro, che nella Croce». Ciò che costituisce la Croce, se attentamente lo ponderi, son tre cose: una somma nudità, un sommo dolore, un sommo dispregio: e quando in queste tu porrai la tua gloria, allora la porrai nella Croce. Il Mondo pone la gloria sua nella copia delle ricchezze, la pone nei diletti, la pone nelle dignità. La tua gloria ha da essere tutta opposta.
II.
Considera, che questo appunto vuol dire, che il Mondo sia crocifisso a te, e che tu sia crocifisso al Mondo: vuol dir, che ognuno abbia sentimenti dirittamente contrarii, tu a quei del Mondo, il Mondo a quelli di te. Quando due stanno confìtti sopra una medesima Croce, conviene, ch’uno necessariamente rivolga le spalle all’altro. Questo è ciò che ha da avvenire nel caso nostro. Il Mondo volta le spalle a te, e tu hai da voltare le spalle al Mondo. Il Mondo si ride di te, perchè tu non curi quei beni, ch’egli desidera, e tu riditi per contrario di lui: il Mondo non ama te, e tu non amar lui: il Mondo non apprezza te, e tu non apprezzar lui. Questa sarà una crocifissione perfetta.
III.
Considera, che se vuoi così ancor crocifìsso morire al Mondo, bisogna prima, che il Mondo sia morto a te. Però non dice l’Apostolo: « Ego Mundo crucifixus sum, et Mundus mihi. — Io al Mondo son crocifìsso, e il Mondo a me », ma « mihi Mundus crucifixus est, ed ego Mundo. — Il mondo è a me crocifìsso, e io al Mondo ». Il Mondo muore a te, quando tu gli rinunzi in effetto tutti i suoi beni: perchè egli non ha allora più niente con che allettarti; e così a te è come morto. Tu muori al Mondo, quando glieli rinunzi ancor coll’affetto, perchè nè meno puoi venire allora allettato; e così allora tu sei come morto a lui. Vuoi dunque tu coll’affetto rinunziar facilmente i beni mondani, le ricchezze, i diletti, le dignità, come fanno tanti santissimi Religiosi, i quali però si dicono morti al Mondo? Rinunziali, se può riuscirti, in effetto, volando al Chiostro, e fa che il Mondo, come pur or si diceva, sia morto a te. Oh che prodigio, non collocare in tali beni il suo cuore, mentre tuttavia si posseggono attualmente ! « Beatus dives, qui post aurum non abiit — Beato il ricco che non andò dietro all’oro » (Ecclesiastico o Siracide 31, 8), così dice il Sagro testo: non dice « Beatus vir — Beato l’uomo », perchè quello è il prodigio sommo.
IV.
Considera, che a questa così beata crocifissione non si può giugnere, se non per mezzo di Gesù Crocifìsso. Però si dice, « Per quem etc. — Per cui ecc. ». L’amore che tu porti a chi tanto ha per te patito dee essere quello, il quale faccia, che il Mondo muoia a te, e tu muoia al Mondo. Che non può, se tu gli dai luogo, l’amor di Cristo? Apri il petto al gran Martire S. Ignazio, e quivi il vedrai.